7.0
- Band: ANCIENT DEATH
- Durata: 00:35:12
- Disponibile dal: 18/04/2025
- Etichetta:
- Profound Lore
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Gli Ancient Death compiono il salto del full-length con “Ego Dissolution”, debut album che segue il convincente EP “Sacred Vessel” del 2022. Il gruppo statunitense, oggi forte della collaborazione con Profound Lore Records, prosegue il proprio percorso di evoluzione musicale, oggi esplorando un death metal che unisce tecnicismi, progressioni atmosferiche e un approccio più arioso rispetto al passato.
Ascoltando l’opera, si sente abbastanza chiaramente il desiderio di ampliare i confini della proposta, senza paura di ammorbidire, anche di molto, le trame in certi tratti. Del resto, parliamo di musicisti che, in alcuni casi, vivono nel quotidiano una certa apertura mentale e una vena prog: da qualche tempo, il chitarrista/cantante Jerry Witunsky è infatti anche membro degli Atheist.
Dopo un mini all’insegna di un death metal snello e al contempo furente, generalmente accostabile a The Chasm o primi Blood Incantation, il gruppo ora si cimenta quindi in qualcosa di più variegato, evocando il temperamento degli ultimi Tomb Mold nell’allestimento di un suono variopinto, che in alcuni casi sfrutta anche voci femminili per diversificare ulteriormente il mood.
L’organica produzione, affidata a Seth Manchester (The Body, Lightning Bolt, Full Of Hell) e affinata dal mastering di Dan Lowndes (Leviathan, Krieg, Cruciamentum), conferisce al disco una profondità sonora e un calore notevoli. Ogni elemento è nitido e bilanciato: le sezioni più aggressive mordono con precisione – un esempio sono le stoccate di brani come la title-track o “Breaking the Barriers of Hope” – mentre le aperture più melodiche e dilatate aggiungono un’inedita sensibilità al sound della band.
Il quartetto si ritrova così a fondere vari registri in una tracklist piuttosto contenuta nella durata, ma complessivamente efficace nel presentare il nuovo indirizzo della formazione, la quale non si perde in troppe ripetizioni, arrivando quasi sempre dritta al punto a livello di strutture. Per questo stesso motivo, ogni tanto certi accostamenti o cambi di tonalità possono apparire lievemente bruschi, non avendo avuto modo di ‘montare’ con troppa calma, tuttavia, per essere un primo lavoro sulla lunga distanza, i pregi superano i difetti, con i primi che lasciano emergere alcune scelte stilistiche che dimostrano un certo coraggio e personalità, a partire da arie lievi e trasognate – vedi una traccia come “Breathe – Transcend (Into the Glowing Streams of Forever)” – che paiono voler esporre un desiderio di introspezione e di empatia, un invito ad abbracciare la propria vulnerabilità con consapevolezza.
Si sente, in sintesi, come gli Ancient Death stiano cercando di diversificarsi da tanti altri colleghi, puntando più su melodia e atmosfera a discapito di un revival techno-death più standard nei riferimenti e nelle soluzioni. Chi ha apprezzato la via recentemente tracciata da Tomb Mold e Bedsore – anche se va sottolineato come qui non si arrivi ancora su certi livelli di ispirazione e, soprattutto, temerarietà a livello stilistico – potrebbe trovare qui una proposta nelle proprie corde.