AND SO I WATCH YOU FROM AFAR – Megafauna

Pubblicato il 08/08/2024 da
voto
6.5

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I dischi strumentali non sono facili per chi li produce e nemmeno per chi li ascolta. Prendiamo per esempio gli And So I Watch You from Afar, dall’Irlanda del Nord: nella loro carriera decennale, soprattutto a partire da “Jettison”, hanno progressivamente limato (e forse personalizzato) lo stile che li contraddistingueva, prima rinunciando ad elementi vocali/corali che erano stati comunque parte integrante dei pezzi in album come “Heirs” del 2015, poi riducendo i pattern ritmici presi a modello dai Tool (ascoltate l’attacco di “Dying Giants”, da “The Endless Shimmering”, 2017) ed infine, inesorabilmente, restringendo quello spettro di influenze, ispirazioni, o semplicemente di ascolti, che avevano reso un album come “All Hail Bright Futures” eterogeneo ma assolutamente godibile.
Anche dopo numerosi ascolti, invece, “Megafauna”, descrive gli ASIWYFA attuali come una band tecnicamente perfetta, in grado di assimilare la lezione di gran parte della seconda generazione post- e math rock (su tutti, i Battles di “Gloss Drop”) a cui appartiene di diritto, con una una capacità di coinvolgere che, eliminato l’elemento emozionale, dipende esclusivamente dal potere descrittivo dei pezzi.
Alla luce di queste premesse, l’apertura di “North Coast Megafauna”, con la sua melodia primaverile, gli arpeggi di chitarra prima delicati e poi tesi, l’improvviso infuriare di accordi post-metal, dipinge alla perfezione la visione da una scogliera, di un branco di balene in viaggio, tra onde e gioiosi schizzi di schiuma, mentre la bella tensione iniziale di “Do Mór” si risolve in una confusa battaglia tra riff ed effetti di tastiera, in un gioco fortemente debitore dei Battles citati poc’anzi. “Megafauna” procede quindi in modo altalenante, dibattendosi tra brani di sicuro effetto (“Gallery Of Honour”, con i suoi euforici intermezzi hardcore a scompigliare le carte di un brano che potrebbe altrimenti appartenere di diritto al repertorio dei Tortoise di “Standards” o “TNT”) e momenti ineccepibili dal punto di vista formale ma poco coinvolgenti (“Years Ago”, terzo singolo estratto dall’opera, vicino al virtuosismo fusion di Plini, o “Button Days”, con le sue tante frasi musicali che si succedono senza un particolare ordine logico), riuscendo a convincere solo a tratti; come, ad esempio, nella dolcissima melodia – la più orecchiabile dell’album – che attraversa la stranamente rilassata “Any Joy” (quasi un omaggio alle suggestioni più malinconiche dei Mogwai), o nelle due parti di “Mother Belfast”, con la prima che vede sereni contrappunti di chitarra dal sapore jazz rock collassare in un riff ossessivo, e la seconda chiusa in uno splendido pulsare elettrico ed epico che recupera il mood migliore dei dischi precedenti (stupendo il lavoro di Chris Wee dietro la batteria).
Un peccato, insomma, che gli And So I Watch You from Afar si stiano volontariamente richiudendo in uno spazio molto più angusto dei paesaggi che le loro canzoni saprebbero descrivere, e che, a differenza di altri episodi della loro discografia, “Megafauna” sia tutto sommato un lavoro destinato a destare l’attenzione di pochi appassionati. La pratica renderà pure perfetti, certo, ma in certi casi sarebbe meglio non esagerare.

TRACKLIST

  1. North Coast Megafauna
  2. Do Mór
  3. Gallery of Honour
  4. Mother Belfast (Part 1)
  5. Mother Belfast (Part 2)
  6. Years Ago
  7. Any Joy
  8. Button Days
  9. Me and Dunbar
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