7.0
- Band: ANEURYSM
- Durata: 00:48:32
- Disponibile dal: /09/2007
- Etichetta:
- Old Ones Records
Tredici anni di attività, un demo (“Burst”, 1995) ed un full (“Aware”, 2002) all’attivo, una buona esperienza live e forse un pizzico di ‘sfortuna’ tipicamente italiana: ecco riassunta in pochissime parole la carriera dei veronesi Aneurysm, quintetto tornato di recente in pista grazie all’interessamento dell’etichetta piemontese Old Ones Records, la quale pubblica il nuovo lavoro “Shades”. La gavetta decennale si fa sentire in casa Aneurysm, in quanto la band è autrice di un platter molto ben concepito e davvero difficilmente attaccabile in modo negativo. In sede di biografia, la proposta musicale viene identificata come techno-thrash ma, sebbene tale definizione non sia del tutto sballata, i ragazzi veneti sono molto di più di un clone dei Nevermore: robuste dosi di prog, accenni industrial e anche un velo di power intelligente fanno spesso capolino fra i solchi di “Shades”, fra l’altro impreziosito da un’ospitata veramente di lusso, quale quella di Hansi Kürsch – vocalist dei Blind Guardian – nella traccia “Reflection”. I nostri alfieri non lasciano nulla al caso e, oltre ad imbastire un ambizioso concept di carattere psico-schizofrenico, rendono l’album davvero vario, condendolo di massicce esplosioni groovy, tecnica mai fine a se stessa, solismi di valore (chitarra in primis, ma anche tastiere), ritornelli orecchiabili ma non banali, accelerazioni power-thrash e richiami a icone quali Death e Watchtower. Sorprendente la prestazione del cantante/chitarrista Gianmaria Carneri, versatile e a completo agio sia sul pulito che sull’urlato. La struttura del concept prevede l’indovinata presenza di sei intermezzi (quattro più intro e outro, in verità), tutti diversi e perfettamente incastonati nella sequenza di brani principali, fra i quali proprio la già citata “Reflection”, “Black Narrow Eyes”, “Release”, “Under Grey Skies” e la ballata acustica “Real Ease” fanno la figura migliore. Un disco quindi da provare senza alcuna remora, un’altra valida dimostrazione di come in Italia non manchino le band di valore, ma ‘solo’ i mezzi per farle esplodere. Appuntamento al prossimo album: se la premessa è questo “Shades”, l’aspettativa è parecchio elevata…