7.0
- Band: ANGANTYR
- Durata: 00:51:51
- Disponibile dal: 01/11/2024
- Etichetta:
- Northern Silence Prod.
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Prosegue inesorabile la marcia di questo artista danese tuttofare, Ynleborgaz, e del suo sempre interessante progetto Angantyr: anche stavolta il black metal proposto su questo album è puro ed evocativo, con un tocco di pathos dato da melodie arcane.
Con il nuovo “Indsigt” siamo arrivati al traguardo di sette album in quasi venticinque anni e, sebbene la band sia sempre rimasta relegata nell’ambiente underground, nel corso degli anni gli Angantyr sono riusciti a crearsi attorno una nutrita schiera di estimatori.
La scena danese black metal non è molto nutrita, ma è ben rappresentata da alcune valide formazioni come ad esempio gli Afsky ed i Nortt (entrambi progetti solisti), e di certo quella di cui stiamo parlando è tra le migliori realtà locali: ormai sono anni che il loro trademark è riconoscibile e soprattutto è diventato sinonimo di qualità, diciamo che si può andare abbastanza ad occhi chiusi quando esce una nuova creazione di Ynleborgaz.
Magari non vedremo mai uscire un capolavoro con il marchio Angantyr, ma di sicuro la loro discografia può benissimo avere un posto nelle case degli appassionati del genere. Il titolo del nuovo album, tradotto dal danese, vuol dire ‘intuizione, come quella avuta dalla talent scout Northern Silence Prod. nel mettere sotto contratto un progetto musicale così solido.
“Indsigt” inizia con un brano pressoché perfetto: “De Dødes Valg”, in cui il black metal è tradizionale, che potrebbe andare a genio ai fan di Taake o Judas Iscariot, di grande pathos grazie anche ad un riffing a tratti malinconicamente melodico; forse si tratta del miglior brano dell’intera release, assieme alla successiva “Værst Jeg Vælger” dove, invece, il riffing principale può ricordare molto vagamente quello dei Behexen di “Night Of The Blasphemy” (ai tempi del capolavoro “Rituale Satanum”), anche se sembra più dilatato e di una tonalità più bassa rispetto a quello del gruppo finlandese.
Parallelismi pindarici a parte, gli Angantyr anche stavolta centrano il bersaglio e ci offrono un altro esempio di buona musica e buon black metal genuino, senza tanti fronzoli ed in linea con il percorso fatto fin qui dalla band di Ynleborgaz. Rispetto al predecessore “Ulykke”, il nuovo album ha un mood assai più avvolgente, con le chitarre acquisiscono maggior profondità, decisamente più graffianti e fredde.
“Indsigt” va quindi inteso come il sigillo definitivo che certifica la validità di questa one-man band.