ANGARTHAL – Uranus And Gaia

Pubblicato il 01/05/2016 da
voto
7.0
  • Band: ANGARTHAL
  • Durata: 00:63:00
  • Disponibile dal: 04/29/2016
  • Etichetta:
  • Asgardh music

Spotify:

Apple Music:

Steve Angarthal è certamente noto al pubblico metal soprattutto per i suoi trascorsi nei Fire Trails e poi con il progetto Dragon’s Cave, oltre alle sue collaborazioni con Rezophonic e Pino Scotto. Adesso Angarthal presenta un ulteriore progetto, che stavolta porta direttamente il suo nome: non la si può considerare proprio una one-man band perché in studio l’autore è stato coadiuvato alla batteria da Luca Saja (Dragon’s Cave), ma hanno dato il loro prezioso contributo anche alcuni guest, vale a dire Angelo Perini (Fire Trails) al basso in “Miles In The Desert” (ma sarà con la band anche dal vivo), Mauri Belluzzo (Alchemy Divine), tastierista in “Leviathan Rising” e Sergio Pescara (Groovydo), dietro le pelli in “Wielders Of Magic”. Angarthal si occupa quindi del resto, curando le parti vocali e suonando basso, tastiere e, ovviamente, la chitarra, strumento di cui può essere considerato a tutti gli effetti un vero e proprio maestro. A tal proposito, l’autore si concede qualche traccia interamente strumentale (che poi, curiosamente, sono proprio quelle sopra menzionate dove compaiono musicisti ospiti), nella quale mettere, giustamente, in risalto il proprio virtuosismo, ma anche nei brani cantati non mancano pregevoli assoli e lead guitar. Dal punto di vista compositivo, va detto che Angarthal si orienta su sonorità alquanto classiche, senza particolari invenzioni, combinando un metal dalle venature neoclassiche con qualche orchestrazione e con elementi hard rock (evidenti, in particolare, le influenze di Ritchie Blackmore e dei suoi Rainbow). C’è spazio anche per la classica ballata, nella fattispecie la conclusiva “Losing My Direction”. Sicuramente l’aspetto più interessante del disco è rappresentato, a conti fatti, proprio dal chitarrismo di Angarthal, e tuttavia l’autore è riuscito a realizzare un album dove si può riscontrare un equilibrio ottimale tra la classica forma-canzone ed il proprio virtuosismo, con risultati nel complesso apprezzabili. Tra le tracce meglio riuscite citiamo, oltre alle tre strumentali, l’opener “Punch”, “Sailing At The End Of The World” e la melodica “Unbroken”. Per contro, la voce evidenzia talvolta qualche limite, come appare ad esempio in “After The Rain”. Ad ogni modo, si tratta di un disco gradevole, che rappresenta un incoraggiante punto di partenza per questo nuovo progetto.

TRACKLIST

  1. Punch
  2. Uranus And Gaia
  3. Morrigan
  4. Sailing At The End Of The World
  5. Leviathan Rising
  6. Holy Grail
  7. Miles In The Desert
  8. Unbroken
  9. The Abyss Of Death
  10. Wielders Of Magic
  11. A Lie
  12. After The Rain
  13. Losing My Direction
0 commenti
I commenti esprimono il punto di vista e le opinioni del proprio autore e non quelle dei membri dello staff di Metalitalia.com e dei moderatori eccetto i commenti inseriti dagli stessi. L'utente concorda di non inviare messaggi abusivi, osceni, diffamatori, di odio, minatori, sessuali o che possano in altro modo violare qualunque legge applicabile. Inserendo messaggi di questo tipo l'utente verrà immediatamente e permanentemente escluso. L'utente concorda che i moderatori di Metalitalia.com hanno il diritto di rimuovere, modificare, o chiudere argomenti qualora si ritenga necessario. La Redazione di Metalitalia.com invita ad un uso costruttivo dei commenti.