6.5
- Band: ANGEL
- Durata: 00:53:41
- Disponibile dal: 20/06/2005
- Etichetta:
- Black Lotus Records
- Distributore: Audioglobe
Spotify:
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Alla visione della copertina di questo “A Woman’s Diary – Chapter I”, partorito dalla neonata band Angel, il sottoscritto si è preoccupato non poco di cosa avrebbe dovuto sorbirsi nella successiva cinquantina di minuti: Helena Iren Michaelsen, ex-Trail Of Tears e ora Imperia, vestita da sexy-diavoletta e più che ammiccante, non prometteva davvero nessun benessere uditivo…di certo non quanto almeno quello visivo! La volontà di crearsi una “creatura personale” ha portato la Michaelsen a fondare gli Angel, appunto, circondandosi di membri degli Imperia e spaziando attraverso molteplici sonorità e atmosfere. Il disco contiene addirittura spezzoni di musica risalenti all’infanzia della singer e viene descritto come molto profondo dal punto di vista lirico, quasi uno sfogo dell’intera personalità dell’artista. In effetti, questo “diario di donna” contiene sicuramente canzoni personali, una diversa dall’altra, che però possono essere fatte tranquillamente rientrare nel filone già battuto del metal pomposo e orchestrale, a cavallo tra Nightwish, grandeur sinfonico/epica e l’avant olandese. Le song sono strutturalmente perfette, tutte quante dei potenziali singoli, esclusa forse la stralunata “Darkness”, nella quale Helena gioca a fare la streghetta perversa… Un paio di episodi, purtroppo, sono talmente intrisi di zucchero e miele che il rigetto è quasi automatico: ci riferiamo a “Butterfly” e “Glow In The Dark”, due tracce a dir poco stucchevoli e noiose. Molto meglio i brani dove l’enfasi drammatica e teatrale delle orchestrazioni si unisce a qualche leggero accenno epic-folk e riesce a generare atmosfere molto piacevoli, vedi nella bellissima title-track oppure nell’emozionante ballata “Mother”. Inutile dire che la prestazione vocale della bionda cantante è soddisfacente e piuttosto versatile, spesso impegnata in vocalizzi e coretti che rammentano un po’ i primi Within Temptation. Un velo di power-gothic tedesco si stende sul mood generale del disco, il quale, peraltro, non raggiunge mai vette elevate di violenza. Un esordio sicuramente ben studiato, il primo capitolo della storia degli Angel merita di certo la vostra attenzione, pur essendo gli intenti di questo platter chiaramente rivolti alla massa. Non propriamente memorabile, ma ascoltabile un po’ da tutti.