ANGEL OF DAMNATION – Ethereal Blasphemy

Pubblicato il 17/06/2025 da
voto
8.0
  • Band: ANGEL OF DAMNATION
  • Durata: 00:47:44
  • Disponibile dal: 20/06/2025
  • Etichetta:
  • Dying Victims Productions

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Anno intenso per Gerrit Mutz, che nel giro di pochi mesi è protagonista di due nuovi album, quello della sua band principale Sacred Steel e ora quello di una delle sue creature doom, gli Angel Of Damnation (l’altra sono i Dawn Of Winter). Personaggio iconico per un certo modo di intendere il metal, attaccatissimo a una dimensione underground da vero fanatico, Mutz fa qui squadra con altri tre musicisti di lungo corso del metal teutonico, tra cui spicca il chitarrista, leader e principale songwriter Avenger. Uno di quei musicisti ‘mitologici’ che rendono così ricco di passione il sottobosco musicale tedesco, impegnato in una miriade di progetti e assiduo frequentatore di ogni sorta di sottogenere metallico dal sapore ottantiano/primi ‘90.
Il precedente album della band, “Heathen Witchcraft”, ci aveva particolarmente entusiasmato, sfoggiando un classic doom pressoché perfetto nel delineare tutte le sensazioni solitamente associabili a questa tipologia di musica: suoni dolenti, avvolti di uno speciale misticismo, epici, magnetici, cupi e ossessivi, con un pizzico di poesia.
Un’ode alla dannazione e alla malvagità dai toni arcani, quelli che d’altronde il doom più ossianico e meno contaminato possiede dalla notte dei tempi. Ed è ovviamente ancora qualcosa di molto tradizionale, ruvidamente vintage ma curato, ciò che ci viene offerto nel nuovo “Ethereal Blasphemy”, giunto dopo lunga meditazione – sono passati sette anni dal precedente disco – e intervallato soltanto da due split, con i Wartime nel 2023 e con i Cross Vault nel 2025, formazione nella quale milita il bassista Forcas.
Il doom della compagine tedesca rimane qualcosa di fieramente ancorato al passato, avarissimo di sorprese, fieramente rètro in ogni sua singola peculiarità. Addirittura, la produzione sembra ancora più old-school delle pubblicazioni precedenti, molto lo-fi, con un suono delle chitarre piuttosto sottile, una batteria rustica e dagli accenti ‘live’ (frutto del lavoro del nuovo entrato Neudi); fa quasi strano udire il basso così nitidamente e slegato dalle dinamiche di chitarra e batteria: insomma, una veste sonora che poteva benissimo provenire da una pubblicazione di quarant’anni fa.
Se “Heathen Witchcraft” aveva dalla sua anche dei momenti più epici, solenni, altisonanti, “Ethereal Blasphemy” sottolinea invece sia una dimensione metallica pratica ed essenziale – in alcune cavalcate ignoranti e demodé – sia la dimensione claustrale, confessionale del doom metal. Un’identità che viene perfettamente interpretata dalla vocalità nasale, pulita ma aspra, di Mutz. Nonostante un percorso come quello degli Angel Of Damnation faccia intuire una certa immutabilità di idee e approcci alla materia metallica, quest’album pende efficacemente verso un’azione più heavy metal a tutto tondo, che non semplicemente aderente al doom metal.
Se le inflessioni alla Candlemass, Black Sabbath e Saint Vitus rimangono evidenti, Avenger e compagni si mostrano in questo caso più attenti a rievocare un’oscurità figlia della NWOBHM più plumbea, invece che a insistere solamente su tempi rallentati e atmosfere tipicamente doom. Filtra a più riprese anche un piglio hard rock a dare un accento più brioso ad alcune tracce (“Evangeline”, “Warning From The Sky”), denotando tutto l’amore per il metal a trecentosessanta gradi di questi musicisti.
Su un fronte più affine al materiale degli anni scorsi, si distinguono canzoni minimali, austere e ossessive come “Stigmata” e “Hungry Hordes Of Hades”, anche stavolta aderenti alla rievocazione dell’epopea dei cacciatori di streghe, mantenendo un taglio sinistro, di narrazione appassionata e crudele, da assaporare per bene negli inclementi registri chitarristici come nella sinistra vocalità di Mutz.
Non il disco che cambierà le sorti del metal contemporaneo, tuttavia gli Angel Of Damnation, nella loro semplicità e devozione al metal riescono a suscitare emozioni speciali, secondo un’impronta personale e non fraintendibile, confermandosi quindi su ottimi livelli e suggellando principescamente il loro patto col demonio. Eroi dell’underground.

 

TRACKLIST

  1. Eternal Life in Hell
  2. Evangeline
  3. Stigmata
  4. Warning from the Sky
  5. Lost in a World of Despair
  6. Hungry Hordes of Hades
  7. Anal Worship of the Goatlord
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