6.0
- Band: ANGUS McSIX
- Durata: 00:45:54
- Disponibile dal: 21/04/2023
- Etichetta:
- Napalm Records
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Cantante eccentrico e altamente performativo nei Gloryhammer, lo svizzero Thomas Winkler si cimenta per la prima volta con un disco solista – dopo essere stato licenziato dalla band d’origine. Il nome d’arte passa da Angus McFife XIII ad Angus McSix, e il progetto nasce grazie alla collaborazione con Sebastian Levermann degli Orden Ogan – includendo la chitarrista italiana (molto nota sui social) Thalìa Bellazecca e l’ex batterista dei Rhapsody Of Fire Manuel Lotter.
Nasce così questo “Angus McSix And The Sword Of Power”, un disco che porta avanti molte idee già presenti nei Gloryhammer, ma attingendo un po’ trasversalmente dal tutto il power e il metal melodico in generale più contemporanei. Dunque un sound sgargiante, pomposo nella produzione e nel songwriting, con una ricerca inesausta di grandi melodie memorabili e altisonanti; ma anche ampie incursioni in quella tipologia recente di melodic metal dal sapore radiofonico di Beast In Black, Lordi, Battle Beast, Dynazty, con un utilizzo delle tastiere e delle partiture vocali che discende da certo rock ottantiano un po’ pacchiano – ma in qualche modo sempre affascinante.
Angus McSix e i suoi sodali sanno fare il loro lavoro, organizzando un album impeccabile sul lato tecnico, nell’esecuzione e nelle scelte di produzione. Quello che però, purtroppo, resta carente, è forse il punto centrale: la qualità effettiva delle canzoni proposte. Questo album è un rincorrersi di brani più o meno molto simili, con lo stesso impianto negli arrangiamenti, lo stesso mood e le stesse intenzioni: ma nessuna canzone spicca sul serio sulle altre, non si incontra mai un vero momento impattante. Il genere proposto, certo, si fonda su una certa coazione compositiva, ed è per sua natura tendenzialmente derivativo, ma in questo album non si tocca mai un punto di vero piacere nell’ascolto. Si tratta di una sequenza di ottimi brani di power metal appariscente e piacevolmente sguaiato, ma che passano uno dopo l’altro impalpabili e irriconoscibili. I singoli proposti possono offrire un po’ di divertimento – grazie specialmente all’allestimento estetico proposto dalla band – ma difficilmente un amante del power metal rimarrà realmente agganciato a questo progetto, poiché l’offerta musicale è (ancora?) troppo poco incisiva in un panorama già affollato.