6.5
- Band: ANHEDONIST
- Durata: 00:40:14
- Disponibile dal: 10/05/2012
- Etichetta:
- Dark Descent
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Sgorga direttamente dal silenzio questo “Netherwards”, opera prima degli statunitensi Anhedonist, messi sotto contratto dalla sempre attenta Dark Descent, che, quando si tratta di old school, è sempre in prima fila. Sgorga dal silenzio, dicevamo, ma ben presto il doom-death dei Nostri acquista forma e sostanza, esplodendo nelle casse più marcio e corrosivo che mai. Il quartetto di Seattle è molto bravo a mantenere la proposta sempre su binari esageratamente pesanti, che nei momenti più cupi vanno a sfiorare un certo funeral doom deturpato dal tonnellaggio dello sludge più cavernoso ed ignorante. Le partiture prettamente death sono forse fin troppo ingenue e semplicistiche, ma il risultato finale riesce ad essere convincente grazie alle indubbie qualità esecutive della band, brava a non fare venire a noia passaggi molto lenti e mortiferi. Prova ne sia la lunga “Saturnine”, che alle ruvidezze del death affianca partiture doomy molto dilatate ma comunque pesantissime. La successiva “Estrangement” si spinge anche oltre e gioca con dissonanze e clean guitar dal chiarissimo sapore post, che però in un contesto del genere puzza un po’ di trucco per accaparrarsi una fetta di pubblico che altrimenti sarebbe totalmente avulsa dalla proposta musicale degli Anhedonist. Con “Carne Liberatus” si torna ad insistere maggiormente su di un death metal sempre e comunque ferale e piuttosto votato al downtempo, dove piace particolarmente il riffing selvaggio memore dei primi Autopsy o dei Morbid Angel. In chiusura, gli stordenti quindici minuti di “Inherent Opprobrium” mettono in mostra un gusto per la melodia prettamente doom, unito naturalmente ad un afflato death piuttosto marcato. Forse il brano – lontano parente delle cose più asfissianti degli Incantation – avrebbe meritato delle accelerazioni più decise per colpire maggiormente; invece, così come è stato concepito fatica a catturare l’attenzione e scorre via in maniera un po’ troppo monocorde. In definitiva, “Netherwards” è un buon lavoro di doom-death vecchio stampo, che potrà piacere agli amanti di Autopsy ed Incantation ma anche ai fan di Disembowelment ed Evoken. Tutto sommato un buon esordio.