ANIMALIZE – Verminateur

Pubblicato il 20/05/2025 da
voto
7.5
  • Band: ANIMALIZE
  • Durata: 00:36:33
  • Disponibile dal: 23/05/2025
  • Etichetta:
  • Dying Victims Productions

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A tre anni dal primo full-length “Meat We’re Made Of”, gli Animalize tornano mostrando denti e artigli con un album interamente cantato in francese, finalizzando una trasformazione stilistica nell’aria sin dai tempi dell’EP “Tapes From the Crypt” del 2020, dove la lingua d’Oltralpe veniva alternata all’inglese.
L’heavy metal francese, d’altronde, ha sempre goduto di un’ottima reputazione in madrepatria e fuori: merito di band come Trust, Sortilege, Vulcain, Killers e ADX che hanno saputo, ai loro tempi, tessere le trame di una vera e propria scena underground nazionale scrivendo dischi cantati in lingua madre. Questo non fa altro che alimentare la curiosità nei confronti di un gruppo che sembra nato apposta per attirare la simpatia dei fan dell’heavy metal più melodico e sfavillante di metà anni Ottanta, specialmente quello musicalmente più vicino ai Kiss di “Creatures Of The Night” e, appunto, “Animalize”, il cui richiamo nel nome adottato dal quartetto di Lione è alquanto evidente.
Le danze cominciano con “Armées De La Nuit”, dai riff affilati e le ritmiche serrate, che insieme agli altri singoli già pubblicati, “Damnee” e “Verminateur” – in bilico tra la velocità abrasiva dei Motley Crue di “Shout at The Devil” e le atmosfere suburbane dei Malice di “In The Beginning” – mostrano il lato più sfrenato e muscolare degli Animalize, delineando a grandi linee lo stile dell’intero lavoro, anche se tra le impennate ritmiche si insinuano, sorprendentemente, momenti più introspettivi. La band, infatti, riesce a spiazzare con un paio di episodi strumentali con chitarre intrise di riverberi e synth anni Ottanta: “Invasion” sembrerebbe perfetta per la colonna sonora di un film horror, così come l’apertura sinfonica di “Prière De Remords” richiama cupe suggestioni cinematografiche.
Brani come questi si rivelano tra i momenti più interessanti dell’intera scaletta, regalando sorprese a chi si aspettava un ascolto più lineare. In questi episodi, a ben vedere, la band lascia intravedere aperture verso l’Alice Cooper di “Trash” o i primi Lizzy Borden — suggestioni che, fino a oggi, erano evocate più dalle copertine truculente che dalla musica stessa.
La costruzione atmosferica e plumbea di “Bons Baisers D’Outre-Tombe” fa da contraltare ai ritmi cavalcanti di “Au Jugement de Soi” e “Cheval Astral” e tra cori semplici e accattivanti – quasi da hit – e chitarre taglienti, dove spiccano assoli tecnicamente e melodicamente incisivi, gli Animalize portano a casa un bel risultato, ossia un lavoro che farà contento chi cerca un sound di scuola classica riletto con energia fresca e giovanile, che fa della semplicità il suo punto di forza.
Rispetto al debutto, per concludere, il sound generale è molto più coeso e i brani più uniformi, probabilmente la cura maggiore della produzione, più pulita rispetto al passato, riesce a rendere giustizia a canzoni che, pur non spiccando particolarmente per personalità compositiva, fanno una gran bella figura sia per l’ottima costruzione melodica, sia per una convincente prova strumentale. È il caso, ad esempio, di “Envahisseurs”, che pur presentando una grande somiglianza armonica con “Hotel California”, rappresenta un’ottima dimostrazione di come i nostri, grazie anche agli intermezzi strumentali piazzati qua e là fra le canzoni, abbiano ben più di una freccia al loro arco per risultare interessanti in un panorama inflazionato come quello dell’heavy metal più tradizionale.

TRACKLIST

  1. Armées De La Nuit
  2. Damnée
  3. Cheval Astral
  4. Verminateur
  5. Au Jugement De Soi
  6. Invasion
  7. Envahisseurs
  8. Prière De Remords
  9. Bons Baisers D'Outre-Tombe
  10. Reviens-Moi
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