7.5
- Band: ANIMALS AS LEADERS
- Durata: 00:36:52
- Disponibile dal: 25/03/2022
- Etichetta:
- Sumerian Records
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Prendere in mano il nuovo album degli Animals As Leaders significare fare un passo oltre i cliché artistici dei generi e scollegarsi da qualcosa di già sentito, valicare il progressive e miscelarlo con blues, jazz e math rock e non fermarsi alla musica, bensì completarla con la parte delle immagini legate ai video promozionali girati da Telavaya Reynolds. Per chi non li conoscesse, questo terzetto proveniente da Washington D.C. è nato dalla mente e dalla bravura di Tosin Abasi, chitarrista e bassista sempre in continua ricerca e sperimentazione, e si presenta come una realtà strumentale tra le più tecniche presenti nel panorama metal. In esso però può essere inserito soprattutto per alcune similitudini con gruppi quali Dream Theater, Meshuggah e Cynic ma non si può in realtà definirne un genere proprio di appartenenza: gli Animals As Leaders sfuggono appena si pensa di averli catalogati, mettendo una traccia come “Asahi” che funge da breve collegamento di arpeggi tra i momenti djent e avvolgenti di “Gestaltzerfall” e quel suono math rock di “The Problem Of Other Minds”. Più si accolgono le note arzigogolate e più ci si accorge che non è qualcosa di solamente materiale quello che resta minuto dopo minuto con l’ascolto di “Parrhesia”, c’è tutta la complessa assimilazione dei passaggi sincopati di “Monomyth”, con quei colpi finali tra la batteria di Matt Garstka e il basso di Javier Reyes che assomigliano tanto ad uno scambio infinito durante una ripresa di boxe. Questo nuovo materiale assemblato, a volte diversissimo, a volte prosieguo di una melodia già incisa, forma la struttura del quinto album da studio che segue di sei anni “The Madness Of Many”, album nel quale questa strana mosca bianca aveva smorzato e addolcito alcune spigolosità di ritmo con assoli e arpeggi più armoniosi (alla chitarra, oltre allo stesso Abasi, si affianca anche Javier Reyes, che registra pure le parti di basso). A volte brani di due-tre minuti, altre volte continue evoluzioni, crescendo e reprise di poco più di cinque minuti: in tutti i casi ogni pezzo è studiato nei minimi dettagli, dalle parti introduttive che virano all’elettronica come in “Red Miso” a quelle che con arpeggi creano il terreno per partiture impossibili, come in “Micro-Aggressions”, dove nella parte centrale si possono sentire anche degli assoli sullo stile di Al Di Meola, giusto per ribadire una volta di più che questo “Parrhesia” è un album di musica ipertecnica e di un genere che abbraccia molte classificazioni. Seguono strade tutte loro gli Animals As Leaders e quando ci si inoltra in “Parrhesia” viene da correrle a perdifiato per poi fermarsi di colpo e ripartire, in una serie di ripetute dall’intensità che lascia il segno, negli occhi (dopo la visione del video di “Monomyth”), nelle orecchie e nella mente, perché questi continui cambi di ritmo e queste accelerate sono gioia per ogni ascoltatore che ricerca l’ipertecnicismo amalgamato con la melodia.