6.5
- Band: ANIMALS AS LEADERS
- Durata: 00:54:23
- Disponibile dal: 24/03/2014
- Etichetta:
- Sumerian Records
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Ormai gli Animals As Leaders sono diventati uno di quei gruppi che non ha più bisogno di presentazioni: la band di Tosin Abasi si è guadagnata nel corso degli anni una discreta fama in ambito metal moderno, fatto di tempi sincopati e tecnicismi a go-go, e si potrebbe persino dire che i Nostri sono una delle band strumentali più conosciute ed apprezzate di questa scena. Uno degli aspetti che ha sempre esaltato maggiormente i fan della band di Abasi è sia la loro tecnica mostruosa, decisamente superiore di varie spanne alla media attuale – comunque alta – che la loro capacità di scrivere brani “ascoltabili” e non un semplice accrocchio di note sparate a velocità esponenziale con rullate varie di tom e piatti a tutto spiano, al fine di dimostrare solo le proprie capacità tecniche. “The Joy Of Motion” è loro terzo album in studio, e ci sono ben tre novità nel gruppo: è il primo disco con il nuovo batterista Matt Garstka, è il primo album primo prodotto sia da Misha Mansoor che da Adam “Nolly” Getgood, rispettivamente chitarrista e bassista dei Periphery, e infine è il primo capitolo ad uscire per la Sumerian Records, etichetta sempre molto attenta a questo genere di uscite. Inziamo col dire che forse questo è il platter più accessibile della loro discografia, sotto certi aspetti si potrebbe parlare di album della maturità avendo accantonato quella urgenza e quell’impeto che aveva caratterizzato soprattuto gli esordi discografici, e per contro si nota un abbassamento generale dei BPM. Sono state anche ridotte le parti più cervellotiche a favore di una serie di intermezzi eterei e di indole jazz che conducono l’ascoltatore in una sorta di dimensione parallela dove viene messo in risalto la melodia pura degli assoli del funambolico Tosin e della sua otto corde. E’chiaro che, a un certo punto, quello che subentra è anche il gusto personale di ciascun ascoltatore che magari predilige maggiormente certe sonorità rispetto ad altre. Chi scrive, ad esempio, ha trovato che in questo album le parti più atmosferiche e jazzate fossero un po’ troppo insistenti e per la verità anche un po’ troppo simili tra di loro, fino ad apparire a tratti forzate nella ricerca di un’atmosfera sempre più sognante, sempre più morbida, sempre più ingentilita. Non a caso i brani che abbiamo apprezzato maggiormente sono quelli più veloci e con intermezzi atmosferici non troppo lunghi, come la opener “Ka$cade”, “Crescent” o “Tooth And Claw”. In generale, diremmo che dopo i primi ascolti, dove effettivamente è piuttosto facile rimanere rapiti dalle strutture circolari, dalle ritmiche assurde, dai cambi di atmosfera e dalle frequenti aperture melodiche – che comunque sono ineccepibili da un punto di vista tecnico – ci è parso che non tutti i brani si assestassero sullo stesso livello qualitativo e che, anzi, alcuni – specie se non si è grandi amanti di certe “lungaggini” – ci abbiano spinto il dito verso il tanto temuto tasto skip. In conclusione, a nostro avviso gli Animals As Leaders con questo album si sono assestati comunque su livelli discreti, senza però raggiungere l’eccellenza assoluta che ormai ci si aspetta da un gruppo di fuoriclasse come loro.