7.0
- Band: ANIMALS AS LEADERS
- Durata: 00:53:13
- Disponibile dal: 11/11/2016
- Etichetta:
- Sumerian Records
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E’ praticamente ormai privo di senso celebrare una volta di più le doti tecniche degli Animals As Leaders e di Tosin Abasi, sarebbe come continuare a dire che i Dream Theater sono bravi musicisti, o altre ovvietà simili. Da sempre, ciò che contraddistingue un buon gruppo da uno eccellente è la capacità di taluni di mettere la tecnica a servizio della musica e dei sentimenti che essa riesce a trasmettere. E’ perfettamente logico quindi non avere la pretesa di formulare un giudizio finale che possa mettere d’accordo tutti, in quanto, quando si parla di sentimenti, ciascun ascoltatore è dotato di una propria unica sensibilità. Questa dobbiamo riconoscere che è una di quelle recensioni che, chi scrive, preferirebbe lasciare senza voto, in quanto per forza di cosa esso è unicamente dettato da quello che è il gusto personale del singolo. Questa premessa è anche un invito, quindi, ad ascoltare in ogni caso “The Madness Of Many”, indipendentemente dal voto in calce e dal giudizio che proveremo a formulare. Il percorso artistico intrapreso dai Nostri con il precedente “The Joy Of Motion” , pare giungere oggi a piena maturazione. Già perché se nel precedente full length avevamo assistito ad una prima sterzata di sound, con una scrematura di alcune di quelle partiture sincopate e ‘storte’, tipicamente djent che avevano caratterizzato gli esordi del gruppo – facendone la fortuna, e suscitando lo scalpore da parte di moltissimi appassionati del genere, in questo capitolo assistiamo ad un ulteriore balzo verso questa direzione, facendo divenire “The Madness Of Many” un disco prog che oseremmo quasi definire ‘normale’, oppure, se lo preferite, in quella che potrebbe essere una versione moderna e attuale di un lavoro di Joe Satriani o Steve Vai. In tutta sincerità, al di là di una perfezione formale, di una inattaccabile preparazione tecnica, di una produzione ineccepibile e anche di una struttura dei brani intelligente, laddove anche le ‘lungaggini’ tecniche vengono ridotte ai minimi termini, va detto a onor di cronaca che a questa nuova versione degli Animals As Leaders manca buona parte dell’inaspettata scenograficità che aveva colpito agli esordi. Parliamo di brani dinamici, talvolta adrenalinici, pieni di repentini cambi di atmosfera, talvolta un po’ pacchiani e forse eccessivi, ma tutto sommato divertenti. Ci pare che questa ricerca di un suono educato, fine, talvolta jazzato, ora blueseggiante, spesso molto intellettuale sia una scelta ben precisa, dettata dal voler dimostrare di essere definitivamente maturati, una sorta di messaggio che nel voler scrivere canzoni colte ed evolute vorrebbe comunicare quello che gli Animals As Leaders erano e quello che sono diventati. Il disco si potrebbe dividere in due parti: quella iniziale più orientata verso il passato, con un brano di apertura notevole e non a caso estratto come singolo grazie al suo incedere ipnotico. Nella seconda parte del platter, e in particolare negli ultimi episodi, assistiamo ad un ‘impoverimento’ delle strutture, fino ad arrivare ad una semplice chitarra classica che chiude l’album con il brano “Aepirophobia”. Se dovessimo giudicare questo platter basandoci unicamente sulle sensazioni che esso è riuscito a trasmetterci, non crediamo che il voto finale andrebbe di molto oltre la sufficienza; tuttavia non possiamo non riconoscere l’oggettivo potenziale che risiede in questo gruppo, pertanto non fatichiamo assolutamente a credere che qualcuno possa ritenere il voto in calce persino ingeneroso. Non vi resta dunque che dare una possibilità agli Animals As Leaders e farvi la vostra opinione: che è sempre la più giusta rispetto a quanto possiate leggere o sentire da terze parti.