6.5
- Band: ANIMUS MORTIS
- Durata: 00:39:46
- Disponibile dal: 03/11/2014
- Etichetta:
- ATMF
- Distributore: Masterpiece
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Già la Debemur Morti nel 2008 si era interessata a questo gruppo cileno e ne aveva sponsorizzato il debut album su lunga distanza, ora tocca alla nostrana ATMF supportare il secondo full length dei Animus Mortis. La band in questione dimostra di possedere una certa personalità e di essere in grado di fornire soluzioni interessanti ad un black metal molto arioso ed atmosferico. L’album in questione, va detto, gode di un’ottima produzione che ne alza senza dubbio il livello qualitativo complessivo, merito degli ormai arcinoti Necromorbus Studio svedesi, capaci qui di dare energia e mistero al sound degli Animus Mortis. Ma per una volta sentiamo anche un tocco di eleganza in un sound che è tutto tranne che grezzo. I brani della band cilena hanno una struttura assai semplice, talvolta riescono a trascinarsi fino alla fine con appena un paio di riff, mentre il compito di diversificare la proposta spetta alla base ritmica che deve sopperire alla mancanza di varietà delle chitarre. Il lavoro di queste ultime è ben organizzato e le linee si intrecciano costantemente offrendo delle soluzioni molto buone, ma nel complesso il loro lavoro è un po’ troppo minimale. Lo stile non è propriamente violentissimo, nonostante la velocità non manchi, perchè il mood di base non è ossessivo nè opprimente. Anzi, grazie anche all’uso seppur sporadico del cantato pulito, le atmosfere sono al massimo malinconiche, in paio di occasioni quasi epiche. Complessivamente i Nostri suonano piuttosto moderni ed in linea con le nuove tendenze del momento, ma il gruppo per essere davvero su ottimi livelli è carente ancora in alcuni fattori: su tutti bisogna lavorare su un cantato che non sempre si sposa con il sound ed un songwriting un po’ troppo minimalista. Gli svariati arpeggi danno la sensazione che il riffing sia complesso, ma non è così, nè basta una soluzione del genere per dare sempre e comunque un’idea di sound moderno e all’avanguardia, ci vuole di più per poter fare qualcosa di simile a quanto fatto da gruppi sperimentali come Enslaved o Borknagar, sebbene lo stile tra la band cilena e quello dei gruppi norvegesi citati sia diverso, ma non completamente estraneo. Gli Animus Mortis sono un gruppo interessante, ancora misterioso per alcuni versi, ma che merita il supporto di un’etichetta capace di fargli portare avanti il discorso fatto con personalità su “Testimonia”.