ANNA VON HAUSSWOLFF – All Thoughts Fly

Pubblicato il 01/10/2020 da
voto
8.5
  • Band: ANNA VON HAUSSWOLFF
  • Durata: 00:43:20
  • Disponibile dal: 25/09/2020
  • Etichetta:
  • Southern Lord
  • Distributore: Goodfellas

Spotify:

Apple Music:

Anna Michaela Ebba Electra von Hausswolff è un’artista straordinaria, chiariamolo in anticipo. Se la musica che viene rilasciata tutti i giorni avesse solamente una piccola percentuale delle intenzioni di artisti come questa, oggi staremmo parlando di tutt’altra scena indipendente, o underground, o comunque lontana da certi riflettori (o comunque dagli ormai unici parametri delle visualizzazioni di Youtube e Spotify). Non parleremmo di generi, né di musica né di sesso, non ci preoccuperemmo di mettere l’articolo femminile, neutro, maschile a nessuno dei lavori e dei creatori di opere che possono essere considerate tali e non solo prodotti destinati a certi strumenti. Parleremmo di Musica con la M maiuscola, di arte.
Uscita da un grandissimo disco come “Dead Magic”, Anna decide di ritornare alle sue radici folkloriche ma spingendosi ancora più in là, spostandosi da dove era verso dove potrebbe tendere, laddove da Diamanda Galas si potrebbe arrivare a Philip Glass o a Tim Hecker. La svedese ha infatti dalla sua un retroterra di studi musicali classici, un retaggio culturale folklorico e una sana passione per la musica estrema, ma senza dimenticare di essere nel 2020: elementi, questi, che, combinati, hanno dato luce a ottimi lavori discografici, portando il nome della Hausswolff fuori dalla mera oscurità underground. Qui, però, si va verso qualcosa di ancora più artistico, nel vero senso creativo e spirituale.
Ciò detto, e dato a Cesare ciò che è di Cesare, veniamo al nuovo lavoro “All Thoughts Fly”, dove la cara Anna decide che il tempo per il solipsismo completo avrebbe dovuto anche vertere sull’utilizzo di un solo timbro per tutta la durata del disco. La sua passione per il pipe organ – che poi, tutto sommato, è il nostro organo di chiesa – è diventata talmente ingente da considerarlo, al tempo stesso, come elemento descrittivo e narrativo, con qualche effetto di sorta, ma principalmente impostandolo nel suo carattere più acustico. L’organo usato nel disco si trova a Göteborg, in particolare nella chiesa di Örgryte nya kyrka, è una replica svedese dell’organo Arp Schnitger in Germania, ed  è il più grande organo al mondo accordato con il temperamento mesotonico in un quarto di comma, proprio del sedicesimo e diciassettesimo secolo europeo. Il temperamento dell’accordatura è un dettaglio importante da notare, poiché influenza profondamente il suono e l’accordatura, impostando l’album su determinati schemi compositivi. Anna stessa ha notato infatti la capacità dell’organo di creare bellissime note di ‘intonazione’ attraverso i suoi stop e il sistema di alimentazione d’aria: “Ne abbiamo approfittato in modo che la maggior parte dei suoni di intonazione e delle note che si sentono nell’album provenga dalla meccanica di questo organo, effetti realizzati interamente acusticamente“. La storia dello strumento può anche essere ricercata in quel secolare passaggio da sacro a profano, che, tra le altre, ha nel mezzo storie di guerra e di privilegio di classe. Alcuni raccontano infatti del suo utilizzo, per mezzo del trasporto su carro, per incutere timore all’esercito nemico, grazie al suono lugubre e imponente, capace di essere sentito ad enorme distanza. Alla corte bizantina, invece, l’organo a canne rivestiva carattere di pregio e di lustro, come vero e proprio oggetto di meraviglia. La tradizione folklorica italiana del XV secolo aggiunge una ulteriore carica di meraviglia al nuovo disco della Hausswolff con la storia di Orsini e del suo Sacro Bosco in provincia di Viterbo, fortunatamente riuscendo a narrare (anche solo con un unico timbro sonoro) un’atmosfera così affascinante molto meglio di chi, solo quest’anno, si è dato alla stessa facciata dell’arte oscura italiana, come gli Ulver del nuovo “Flowers Of Evil”. Così, per dire. “Ogni pensiero vola”, si legge oggi all’entrata del Parco del Mostri di Bomarzo, che poi è quello in copertina. Lasciamoli andare, dunque.
Continua la Hausswolff: “C’è stata una tristezza selvaggia che mi ha ispirato a scrivere questo disco, e anche una sensazione di essere senza ed al di fuori del tempo. Penso che questo parco sia sopravvissuto non solo per la sua bellezza ma anche per la sua iconografia, è stato liberato da idee ed ideali prevedibili. Le persone che lo hanno costruito si sono liberate di questi preconcetti. “All Thoughts Fly” è un omaggio a questa creazione, e uno sforzo per articolare l’atmosfera e le sensazioni che questo posto evoca dentro di me. E’ stata una personale interpretazione di un posto che non mi ha permesso di avere parole da esprimere a riguardo. Mi piace pensare che Orsini costruì questo parco monumentale per il dolore dovuto alla scomparsa di sua moglie, e nel mio Sacro Bosco ho usato questa storia come nucleo per la mia personale ispirazione: l’amore come fondamento della creazione.” Le parole della Hausswolff sembrano emblematiche per descrivere ciò che i quarantatre minuti di questo viaggio dantesco portano con sé. Difficile è infatti dividere le tracce da un flusso magmatico nel quale ci si ritrova a perdersi dopo le prime note dell’organo. La corrente calda, inquieta e meravigliosa allo stesso tempo, permette davvero di chiudere gli occhi e permettere alle visioni di entrare a giocare il proprio ruolo, traghettate da un suono che diventa pian piano familiare. Certamente la sperimentazione è nel tentativo di fare ciò, più che nella mera osservazione di quanto è stato suonato, eppure l’organo sotto il controllo visionario di Anna si offre in tutta la sua caleidoscopica compartecipazione alla vicenda di Orsini e della sua creazione artistica.
Il Sacro Bosco a Bomarzo è una creazione incisa dalla testa di una singola persona. Un pensiero ghiacciato che dura attraverso il tempo e tocca le persone attraverso generazioni. “All thoughts fly”, ogni pensiero vola, riguarda questo: l’importanza di condividere per sopravvivere, creare spazi ed evolvere. Una volta che si sono condivise parole, queste non sono più solamente proprie ormai.” Il Sacro Bosco della Hausswolff è un luogo fuori dal tempo, tenuto in piedi grazie ad una musica che sopravviverà ad esso, sostenendo tale spazio e permettendo a tutti di condividere la sua visione. Un album da assaporare dall’inizio alla fine, necessariamente, non per tutti, ma destinato a molti. Da non prendere alla leggera, da non assaporare a spizzichi e bocconi, da non interpretare avendone ascoltato un solo frammento, ma da ‘esperire’ dal primo all’ultimo suono e silenzio.

TRACKLIST

  1. Theatre Of Nature
  2. Dolore Di Orsini
  3. Sacro Bosco
  4. Persefone
  5. Entering
  6. All Thoughts Fly
  7. Outside The Gate (for Bruna)
0 commenti
I commenti esprimono il punto di vista e le opinioni del proprio autore e non quelle dei membri dello staff di Metalitalia.com e dei moderatori eccetto i commenti inseriti dagli stessi. L'utente concorda di non inviare messaggi abusivi, osceni, diffamatori, di odio, minatori, sessuali o che possano in altro modo violare qualunque legge applicabile. Inserendo messaggi di questo tipo l'utente verrà immediatamente e permanentemente escluso. L'utente concorda che i moderatori di Metalitalia.com hanno il diritto di rimuovere, modificare, o chiudere argomenti qualora si ritenga necessario. La Redazione di Metalitalia.com invita ad un uso costruttivo dei commenti.