8.0
- Band: ANNA VON HAUSSWOLFF
- Durata: 47:00
- Disponibile dal: 2/03/2018
- Etichetta:
- City Slang
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Non fatevi ingannare. Non fatevi fregare dalla luminosità ariosa con cui inizia “The Truth, The Glow, The Fall”. Perché, come il titolo stesso suggerisce, le cose andranno a finire male. Anna Von Hausswolff è infatti più strega di quanto facciano pensare le prime note dell’opener del suo ultimo album, “Dead Magic”, e molto più dell’ennesima cantautrice trasognata e romantica dal mood tenebroso. Non fatevi irretire nemmeno dai prepotenti richiami Seventies, anche se questo disco ha indubbiamente un forte debito con quegli anni. I cinque brani di cui si compone “Dead Magic” sono infatti altrettanti bouquet gotici di doom, drone, pop, soul e ambient, tenuti insieme da una poetica personalissima e lacerante – oltre che dall’inconsueto utilizzo dell’organo a canne che è il vero marchio di fabbrica di Von Hausswolff. Organo di cui è imprescindibile compagna la vocalità funambolica della giovane artista svedese, da molti accostata a quella di Kate Bush – ma che presenta anche un certo retrogusto sulfureo alla Diamanda Galas. Una prova? Basta ascoltare “The Mysterious Vanishing Of Electra”, in cui Von Hausswolff si lancia in un sabba di acuti, graffiati e ululati su un tappeto sonoro che a tratti suggerisce atmosfere del più cupo Nick Cave. La rabbia, però, dura poco. Sull’ambiziosa “Ugly And Vengeful” torna infatti ad ammaliarci con il suo timbro da usignolo, cullandoci in una nebbia lisergica che sposa sapientemente le note di un antico organo a spunti elettronici. “Dead Magic”, insomma, è un campionario caleidoscopico e un po’ onirico del talento di questa musicista, capace di affermare la propria personalità senza ripetersi e di ipnotizzare l’ascoltatore, anestetizzandone per una quarantina minuti la percezione della realtà. Un piccolo gioiello a cui accostarsi con calma, in cui il tema doloroso dell’amore tormentato, interrotto, non corrisposto si esprime con lugubre bellezza.