8.0
- Band: ANNEKE VAN GIERSBERGEN
- Durata: 01:00:14
- Disponibile dal: 16/11/2018
- Etichetta:
- Inside Out
- Distributore: Sony
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Dopo la pubblicazione dell’album di debutto dei Vuur nel 2017, che ha sancito il ritorno di Anneke Van Giersbergen a sonorità più metalliche, la cantante torna sul mercato con un album completamente diverso, registrato dal vivo, in cui riveste con un elegante abito sinfonico diversi episodi della sua lunga e prolifica carriera.
“Symphonized” raccoglie undici canzoni, che attraversano gran parte delle anime di Anneke, arrangiate con gusto e sapienza dalla Residentie Orkest The Hague. L’ascoltatore può immergersi in questa esperienza, lasciandosi avvolgere dalla perfetta sintonia espressa dall’orchestra e dalla voce di Anneke, ed è un piacere raro poter scoprire, conoscendo il materiale originale, il lavoro eccellente svolto nel dare nuova vita a questi brani.
Molto volentieri ci dilungheremmo canzone per canzone, ma per necessità di sintesi ci limitiamo a toccare i punti cardinali di quest’opera. Partiamo proprio dal materiale dei The Gathering, rappresentato da tre pezzi: “Amity” perde un po’ di quel minimalismo ipnotico, ma quando il brano si apre, nella seconda parte, ci si rende conto di come questa nuova veste funzioni perfettamente. “Forgotten” si conferma delicata e piena di classe con l’aggiunta degli archi, ma il vero capolavoro lo troviamo con “Travel”, lunga composizione che già aveva una predisposizione a queste sonorità e che in questa sede diventa semplicemente sublime.
Se sul materiale dei The Gathering avevamo una netta curiosità, non ci sorprende, invece, il fatto che l’orchestra si adegui senza difficoltà alla canzoni prog metal dei Vuur: già gli originali, infatti, pur provenendo da un sostrato differente, mostravano sfacciatamente una grandeur che sembrava solo aspettare l’arrivo dell’orchestra per esprimersi. Lo stesso discorso potremmo farlo per “Shores Of India”, unico estratto del progetto The Gentle Storm, che chiude l’album con i suoi profumi orientali. Non ci aspettavamo, invece, un risultato così positivo per “You Will Never Change”, canzone spensierata, quasi pop-rock nella sua forma originale, che sembrava cozzare con la solennità di un arrangiamento orchestrale. La Residentie Orkest The Hague, invece, raccoglie la sfida e, pur mantenendo una certa maestosità, si concede di giocare con una melodia briosa e sostenuta.
Non possiamo chiudere questa recensione, infine, senza citare qualche episodio meno conosciuto della carriera di Anneke e che, invece, merita certamente di essere messo sotto i riflettori. Ci riferiamo a “Two Souls”, delicata ballata folk già edita dai Lorrainville, una formazione nata praticamente per caso alla quale Anneke ha prestato la sua splendida voce; oppure “When I Am Laid In Earth”, dove Anneke si concede il lusso di cimentarsi, con esiti strabilianti, in un’aria di Henry Purcell della fine del Seicento.
“Symphonized”, dunque, rappresenta un’occasione unica per chi già apprezza Anneke e la sua musica: la cantante ci regala una performance divina come sempre; mentre gli arrangiamenti orchestrali e la presenza di pezzi anche poco noti aggiungono valore a quello che, a conti fatti, è molto di più di un semplice live album.