ANNIHILATOR – For The Demented

Pubblicato il 03/11/2017 da
voto
6.5
  • Band: ANNIHILATOR
  • Durata: 00:48:10
  • Disponibile dal: 03/11/2017
  • Etichetta:
  • Silver Lining

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Gli Annihilator dividono spesso i giudizi. Autori di due (facciamo tre) capolavori con le prime uscite, dischi che seppero unire entusiasmo di critica e pubblico, i thrasher canadesi divennero sempre più un solo-project di Jeff Waters, un chitarrista dal talento incredibile e dallo stile riconoscibile dalle primissime plettrate. Eppure, dopo “Set The World On Fire” (forse già un gradino sotto i precedenti “Alice In Hell” e “Never, Neverland”), la band sembrò perdere ispirazione. Cambi di line-up continui, un avvicendarsi alla voce di Jeff e altri sette cantanti con i fan che puntualmente richiedono il ritorno di Randy Rampage o Coburn Pharr fino a David Padden. Ma Waters è sempre andato dritto per la sua strada (che quel nome sia una specie di segno del destino per un musicista?), cambiando, stravolgendo e trovando, negli ultimi lavori, un’insperata nuova vena creativa. Questo “For The Demented”, appena inizia a suonare, fa quasi gridare al miracolo: “Twisted Lobotomy” e “One To Kill” sono pezzi thrash tiratissimi, ispirati e carichi di quel riffing tecnico ma mai ampolloso tanto tipico degli esordi del gruppo. Gli Annihilator, finalmente, tornano al puro thrash degli esordi? Jeff Waters abbandona le tentazioni rock e groove e si prepara a portare una sana dose di violenza agli headbanger che tanto lo attendono dal lontano 1993? Così sembra e l’hype schizza alle stelle. Poi arriva la title-track ed ecco, nuovamente, gli Annihilator più groovy e meno ispirati. Quello che vorrebbe essere, forse, un pezzo catchy, si rivela una mezza delusione: non parte mai, non conquista e non convince. Ma l’inizio è stato così promettente che possiamo anche concedere ai canadesi un mezzo passo falso. Andiamo avanti e arriva “Pieces Of You”, ballad in puro stile Annihilator (quindi molto più vicina all’hard rock che al thrash): non un brutto pezzo, anzi, ma di certo non quello che ci si aspetta da Jeff Waters e soci. È il turno di “The Demon You Know” che ci ricorda vagamente i Megadeth di fine anni Novanta (non certo la miglior incarnazione di Mustaine). A metà disco l’entusiasmo iniziale è scemato e cerchiamo di analizzare “For The Demented” (dopo alcuni ascolti nella sua interezza) con orecchio più critico. Da un lato è comprensibile che il vecchio Jeff non rinneghi quanto fatto e prosegua nel suo percorso artistico; le radici thrash, in fondo, non le ha mai rinnegate del tutto: assoli, break, stop-and-go sono sempre stati presenti in molti pezzi anche nei dischi meno felici del gruppo; qua troviamo alcuni ritorni più marcati allo stile degli esordi (mediati, ovviamente, dal tempo), atmosfere vagamente malsane tipiche dei primi due album (“Phantom Asylum”), ma qualcosa non quadra anche nelle track migliori del disco. La voce di Waters è innegabilmente un limite: sebbene abbia buon gusto e doti che lo renderebbero in grado di mettersi al microfono di molte band, è troppo poco per le potenzialità degli Annihilator. Circa metà dei pezzi di “For The Demented” potrebbero essere ottimi, se non fossero inficiati da due difetti: della voce abbiamo già parlato, poi c’è la produzione (intesa proprio come mixaggio e mastering). Proprio la voce è spesso molto ‘davanti’ e (forse per sopperire all’estensione non certo strepitosa e al tono attestato sulle frequenze medie) risulta in qualche modo staccata dal resto degli strumenti; la batteria è penalizzata da una scelta (o un errore?) che porta i piatti ad essere molto presenti e i tamburi quasi assenti. Giusto che un chitarrista di questa caratura voglia dare risalto al suo strumento, ma il sound generale ha un senso di ‘sbagliato’, qualcosa che non riesce a convincerci (pur avendo ascoltato il disco nelle condizioni più differenti: dalle casse di un ottimo stereo a vari volumi, alle cuffie, fino all’impianto stereo della macchina, il quale in quanto spazio chiuso spesso aiuta a far ‘uscire’ i suoni). Purtroppo il buon Jeff non è nuovo a produzioni non all’altezza (“Remains” e “All For You”). Peccato, sia perché sia “Feast” che “Suicide Society” avevano fatto sperare in un gran ritorno: qua abbiamo un buon disco, con alcuni pezzi (“Twisted Lobotomy”, “One To Kill” e “Not All There”, furbescamente poste all’inizio e alla fine dell’album) decisamente di alta qualità ed il resto che si attesta su una media più che buona per una band qualunque, ma non per delle leggende. Ovviamente se, come chi scrive, siete fan degli Annihilator in (quasi) tutte le loro incarnazioni, allora “For The Demented” non vi deluderà (al netto di una produzione non convincente); se invece sperate nel ritorno dei thrasher tecnici, melodici e cattivi degli esordi, allora l’appuntamento è – ancora una volta – rimandato e ora sembra un po’ più lontano rispetto agli ultimi anni.

TRACKLIST

  1. Twisted Lobotomy
  2. One To Kill
  3. For The Demented
  4. Pieces Of You
  5. The Demon You Know
  6. Phantom Asylum
  7. Altering The Alter
  8. The Way
  9. Dark
  10. Not All There
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