5.5
- Band: ANNIHILATOR
- Durata: 00:59:00
- Disponibile dal: 18/02/2022
- Etichetta:
- earMusic
Spotify:
Apple Music:
Parte con questo “Metal II” un ampio progetto di ripubblicazione di alcuni album degli Annihilator da parte della earMusic. Scelta senz’altro coraggiosa, dato che “Metal”, quando venne dato alle stampe nel 2007, non sortì molti plausi da parte di pubblico e critica – considerato anzi, da più parti, un lavoro sintomatico del declino compositivo di Jeff Waters (che, lo ricordiamo, è la mente dietro a questa storica realtà musicale canadese: chitarrista tanto accentratore da aver reso ormai da tempo gli Annihilator una sorta di one-man band coadiuvata da ospiti di vario tipo).
“Metal II” consiste semplicemente in una nuova produzione dell’album del 2007, con alcune modifiche non del tutto sostanziali: la batteria stavolta riregistrata da Dave Lombardo; le parti vocali affidate stavolta a Stu Block degli Into Eternity; mixaggio e mastering affidati a Mike Fraser (già al servizio di Metallica, AC/DC, Dio ecc.); l’aggiunta di un paio di cover nella tracklist ufficiale (brani che nella precedente edizione erano bonus track), cioè “Romeo Delight” dei Van Halen e “Heavy Metal Maniac” degli Exciter. Resta la grande quantità di ospiti del ‘vecchio’ “Metal” – da Alexi Laiho a Jeff Loomis (fautori di alcuni ottimi assoli, rispettivamente nella carina “Downright Dominate” e nella dimenticabile “Clown Parade”), fino ad arrivare alla coppia Danko Jones-Angela Glossow, purtroppo un po’ impalpabile nel pezzo “Couple Suicide”.
Alla luce di tutto questo, i difetti primordiali della prima versione del lavoro permangono. “Metal II” resta un disco estremamente derivativo, un accatastarsi di riferimenti ed elementi (stereo)tipici del già non ampissimo ventaglio compositivo del thrash metal teorizzato da Waters nei primi anni di carriera. Un susseguirsi di brani ben eseguiti, ma inefficaci, sospinti dalla continua ricerca di un qualche colpo di genio che riporti gli ascoltatori ai vecchi fasti: ma purtroppo resta sempre la sensazione di ascoltare un compitino, svolto ottimamente da un punto di vista tecnico, ma spento nella fiamma artistica e svuotato di ogni desiderio distruttivo. Rimane, addirittura, un senso di fastidio – lo stesso che generava il “Metal” di quindici anni fa: ogni brano sembra oltremodo pretenzioso, ognuno sembra pensato inseguendo l’idea folle di poter condensare l’heavy metal in un unico album, ottenendo però soltanto qualche riff azzeccato qua e là e una manciata di assoli ben eseguiti.
Si tratta dunque senz’altro di un must have per i fan incalliti (ma molto incalliti!) della band: per il resto della platea di ascoltatori, invece, questo “Metal II” è un altro episodio di passaggio, irrilevante, nella carriera degli Annihilator.