8.0
- Band: ANNISOKAY
- Durata: 00:48:20
- Disponibile dal: 28/01/2020
- Etichetta:
- Arising Empire
- Distributore: Warner Bros
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Aspettavamo con impazienza questo “Aurora”, quinto album in studio per gli Annisokay la cui uscita è stata rimandata causa Covid-19. La lunga attesa è stata accompagnata da ben sei estratti, e ora che abbiamo di fronte l’album intero possiamo affermarlo con certezza: la formazione tedesca per quanto ci riguarda ha tutte le carte in regola per diventare uno dei ‘nomi da seguire’ della scena melodic-core, seguendo l’esempio tracciato dai vari Bring Me The Horizon, Parkway Drive e, se pur in modo più discontinuo, Asking Alexandria. Se il solco è lo stesso, diciamo però che la formula è un mix di tutti gli elementi sopra: l’elettronica è presente ma non pervasiva come nei BMTH, l’energia non manca ma senza la velocità degli australiani, e anche gli inevitabili breakdown sono dosati con parsimonia. Ma soprattutto, rispetto al pur valido “Arms”, a catturare l’attenzione è la varietà che caratterizza questo nuovo lavoro, primo con il nuovo screamer Rudi Schwarzer ad affiancare le clean vocals del chitarrista Christoph Wieczorek. La sexy violence dell’opener “Like A Parasite” colpisce come una sventola, piazzando un hook degno di “Sempiternal”, ma non è che l’inizio della giostra. Dall’ignoranza edulcorata di “STFU” (acronimo di ‘Shut The Fuck Up’) al piano-rap linkinparkiano di “The Tragedy”, c’è un costante equilibrio pur nella mescolanza di stili, cui si aggiunge qualche retaggio nu-metal (“Bonfire Of The Millenials”) e finanche un certo gusto anthemico in stile ultimi Papa Roach (“The Cocaines Got Your Tongue”). La concentrazione dei singoli nella prima metà del disco lascerebbe presagire un lato B più sottotono, ma pur senza ulteriori colpi di scena la qualità resta elevata sotto i colpi delle varie “Under Your Tattoo”, “I Saw What You Did” e “Friend Or Enemy”, che anzi alzano il livello di testosterone. Se poi perfino la ballad di turno (“Standing Still”) riesce a non suonare eccessivamente stucchevoli, che altro chiedere di più (oltre al proverbiale Lucano/Nespresso)? Là dove negli anni ’00 erano Heaven Shall Burn, Caliban, Maroon e Neaera a dettare legge, possiamo dire che la nuova scena – oltre agli Annisokay, citiamo in ordine sparso Eskimo Callboy/Ghostkid, Any Given Day e To The Rats And Wolves – porta avanti la tradizione, ovviamente riveduta e contaminata secondo i dettami attuali. Ben venga a questo punto il rinvio a gennaio 2021: se il buongiorno si vede dal mattino, “Aurora” segna l’alba di una nuova epoca per gli Annisokay.