ANOMALIE – Tranceformation

Pubblicato il 26/11/2021 da
voto
7.5
  • Band: ANOMALIE
  • Durata: 00:42:58
  • Disponibile dal: 26/11/2021
  • Etichetta:
  • Art Of Propaganda

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I am alive”, ripete in una insistente cantilena Marrok durante “Alive”, terza traccia di “Tranceformation”. Un disco che pulsa di vitalità, di energia antica, quella che muove l’uomo dalla notte dei tempi. L’uomo e la connessione con la natura, il suo riappropriarsi di una dimensione intima e connessa con le proprie emozioni più vere, in una relazione solida e produttiva coi propri reali bisogni, un qualcosa al quale le distorsioni della modernità paiono precludere. Il duo austriaco – al leader polistrumentista Marrok si aggiunge il batterista Lukas Schlintl – radicalizza con vigore il discorso intrapreso con l’album “Visions” e rinsaldato nell’EP “Integra”: un epic metal dalle tinte estreme, strettamente imparentato col black metal, poliedrico e intriso di magia, profondo e sospirante, capace di attanagliare in visioni cupe e magnetiche, quanto aprirsi a sprazzi di poesia lieve e rassicurante. Un po’ come accade per i conterranei Our Survival Depends On Us, coi quali gli Anomalie mostrano ora spiccate analogie, un metal estremo caldo, vigoroso e possente diventa un semplice tramite per introdurci a una filosofia di vita, ideali che plasmano l’intero agire di un individuo e ricomprendono aspetti che vanno ben al di là dall’essere una cornice tematica della musica.
Una trance per condurre a una trasformazione, un miglioramento, ciò sembra suggerire il titolo dell’album e i titoli delle sue canzoni; eccoci allora ad assaporare un coacervo di sonorità inquiete, notturne e taglienti, dal peso specifico non indifferente e ramificate ora verso possenti cariche, ora immerse in frammenti acustici meditativi. Nella presentazione si parla di assonanze con Wardruna ed Heilung, paragoni nient’affatto azzardati alla luce – fioca – dei contenuti di “Tranceformation”. Nelle trame acustiche si guarda a un passato mitizzato, inserendo con trasporto melodie dell’antico folclore, intrecciato senza irregolarità al predominante tessuto epic/black metal. L’estremismo lo si nota ancora nella forza d’urto dell’insieme, mentre sfumate e lontane paiono le asprezze del black metal tradizionale, sostituite da chitarre a tinte cangianti, allungate a dipingere arie solenni e struggenti. Armonie sibilline e sospese si intervallano ad attacchi veementi, sospingendo in un percorso di ascesa tipico di quei gruppi che intraprendono, come nel caso appunto degli Anomalie, la via della narrazione di ampio respiro. Procedendo quindi, come in un enorme puzzle, ad aggiungere piccoli elementi con pazienza, fino a far comprendere l’intero quadro nel suo insieme. Forza, levità e passionalità si saldano l’un l’altra, impreziosendosi strada facendo in tocchi strumentali ricercati, che portano per qualche istante l’attenzione lontano dal sentiero dell’epicità evocativa.
Se è corretto riportare le gesta del duo a un filone non distante da quello viking, l’assenza di rigidità e il fuggire la convenzionalità rendono gli Anomalie una creatura libera, dotata pure di un suo estro peculiare nel costruire parentesi ritmate e di sapore bellico, come di una finezza non comune nel traghettarci nell’indefinitezza, nel chiamare al distacco e nel farci perdere in un mondo sconosciuto.
Le parti vocali dai toni profondi e il ricorso a possenti cori appaiono come la scelta più ragionevole per enfatizzare il tessuto strumentale e si nota anche una lucida attenzione nel rendere i singoli brani relativamente catchy, nonostante non si cerchi a tutti i costi il chorus di facile richiamo. Il misticismo aleggiante lungo l’intero arco del disco non si stempera mai, né quando l’espressività conduce ad accelerazioni roboanti, né quando prendono il sopravvento i confortevoli incisi acustici. Il pathos di cui gli Anomalie si fanno dispensatori non scema col passare degli ascolti, anche le tempistiche sono tarate per un ascolto attento ma non per forza sfidante: la compagine austriaca aggiunge un altro valido tassello alla sua visione artistica, giungendo forse al capitolo migliore della sua storia. Un gradita trance.

 

TRACKLIST

  1. Trance I: The Tree
  2. Trance II: Relics
  3. Trance III: Alive
  4. Trance IV: Nemesis
  5. Trance V: Cerulean Sun
  6. Trance VI: Eternal Burden
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