7.5
- Band: ANTAGONISM
- Durata: 00:31:36
- Disponibile dal: 27/04/2012
- Etichetta:
- SG Records
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L’Italia si conferma incessante fucina di band estreme d’interesse: stavolta vi presentiamo gli Antagonism, da Macerata, particolarmente ispirati dalla scena estrema di metà anni Novanta. Un’affermazione del genere, così semplice, può essere interpretata in due modi, entrambi coerenti: uno, più ovvio, che porta a pensare al death metal e un altro, meno immediato, che porta a considerare ciò che rimane (escluso, ovviamente, il black metal). Il loro debutto “Digging Past Sounds” parte da una base groovy e rocciosa per poi arricchirla in modo pregevole e personale, sfruttando appieno le esperienze maturate da gruppi come i Sepultura in “Chaos AD”, gli Entombed in “Wolverine Blues” e i Pungent Stench in “Club Mondo Bizarro”: il risultato sono brani come “Skinhunter Kill(ing)” o “No More” (sintesi efficace di Sepultura e Entombed targati 1993). Siccome poi è bello non farsi mancare niente, ecco che, ogni tanto, per aumentare velenosità e dinamismo del disco, si ricorre al grind (“Poisoned Rats” e “Garbabe Collapse Suffocation” ci illustrano l’accezione che il gruppo attribuisce a tale genere), all’hardcore (specie nel cantato e nelle ritmiche di pezzi come “G-Hate” e “Unexpected End Of Life”) e anche a stille d’alternative (il riff intorno al terzo minuto di “Politicized” non vi ricorda un poco gli Helmet?). Finora si è parlato di quisquilie come cifre stilistiche e influenze che, per quanto delle vere chicche, non garantiscono all’album la certezza di essere buono; a tal proposito ,intervengono carica e songwriting del gruppo, decisamente conciso e sempre diretto a spaccarvi la faccia. Non sarà facile, vi avvertiamo, tenere fermo il collo su canzoni pensate appositamente per schiacciare i sassi ed in grado di farlo per via della buona prova della sezione ritmica: la gestione dei cambi di tempo è una delle qualità positive di “Digging Past Sounds”, affiancata dal gusto per il riff semplice ed efficace. “Digging Past Sound”, in definitiva, è un album che suona dinamico, onesto e genuinamente apocalittico, di quelli che difficilmente vi annoieranno.
PS: Potreste addirittura rimanere sorpresi ascoltando la traccia di chiusura, un ibrido acustico-elettrico nella musica e italo-inglese nelle liriche, sempre impegnate.