7.5
- Band: ANTHEM
- Durata: 00:52:41
- Disponibile dal: 21/04/2023
- Etichetta:
- Reaper Entertainment
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E’ un power-heavy dalle tinte neoclassiche quello che circonda il nuovo lavoro firmato dallo storico gruppo nipponico Anthem e intitolato “Crimson & Jet Black”. La band torna in pista dopo quattro anni di pausa (ovvero ciò che ci divide dalla pubblicazione della raccolta “Nucleus”), approfittando anche dello stop obbligato e dovuto alla pandemia, durante la quale i componenti hanno trovato il tempo – come successo a tanti altri colleghi – per concentrarsi sulla composizione di nuova musica. Come ci si poteva attendere da un gruppo con oltre quaranta anni di storia alle spalle, non troviamo particolari sconvolgimenti nel sound; gli Anthem si muovono su una strada rodata ma con una produzione possente e pulita che esalta la potenza ed il vigore delle nuove composizioni, confezionando forse il disco più robusto ed energico della loro carriera. Brani, stavolta interamente cantati in inglese, che irrompono dalle casse con aggressività e determinazione merito anche della collaborazione con il rinomato produttore svedese Jens Bogren, noto per aver dato in passato il proprio fondamentale apporto a dischi di Arch Enemy, Amon Amarth, Dimmu Borgir e Opeth.
La carica roboante colpisce fin dalle prime note, quelle della detonante opener “Snake Eyes” che corre come un fiume in piena con chitarre decise, in grado di ricordarci qualcosa degli heavy metaller tedeschi Primal Fear, unite a qualche influenza più neoclassica che affiora nella parte centrale strumentale. Il chitarrista Akio Shimizu si dimostra altamente ispirato e senza alcuna pausa si rimette a macinare riff aggressivi, prima con la compatta “Wheels Of Fire”, che scorre con grinta lasciando imperterriti spinti dalla batteria scrosciante di Isamu Tamaru, poi con i ritmi più vorticosi di “Howling Days”. Le melodie vocali, spesso convincenti, trovano aperture dal buon impatto con ritornelli melodici ben interpretati dal bravo cantante Yukio Morikawa. Nel frattempo le chitarre continuano a costruire muri sonori solidi; la ruvida “Roaring Vortex” ci mostra il lato più heavy di questi Anthem, un pezzo che colpisce con un forte impatto groove mentre la successiva “Blood Brothers” viaggia senza soste piazzandosi subito tra gli appuntamenti imperdibili dell’ascolto.
La strumentale “Void Ark” appassiona con le sue partiture neoclassiche trovando perfettamente posto all’interno della tracklist mentre Yukio fa sfoggio della sua tecnica correndo rapido con le dita sulle corde della sua chitarra. Momenti maggiormente powereggianti trovano spazio nel finale. E così attorno al solido midtempo “Mystic Echoes”, le più rapide “Faster” e “Master Of Disaster” scorrono che è un piacere mostrando qualche influenza più melodica che strizza l’occhio alla scena nordica e ai primi Stratovarius.
“Crimson & Jet Black” è un disco solido ed ispirato che durante l’intero ascolto non mostra alcun cedimento. Niente di imprescindibile probabilmente ma, dopo quarant’anni di attività, quante altre band possono ripresentarsi sul mercato con un prodotto così ispirato?