6.5
- Band: ANTHOLOGIES
- Durata: 00:37:22
- Disponibile dal: 01/09/2012
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Niente male questo “Alpha”, esordio dei novaresi Anthologies, che ci propone un gothic doom mai particolarmente standardizzato o appiattito sui classici del genere. Certo, le influenze dei Candlemass si sentono tutte, così come quelle dei Moonspell, giusto per citare le due band più presenti nelle sonorità dei Nostri; la band però è brava a non scadere (quasi) mai nel citazionismo fine a se stesso e a provare a reinterpretare in maniera personale quanto creato dalle suddette band in precedenza. Gli Anthologies si sono dimostrati fin da subito inclini ad un genere musicale piuttosto oscuro e rallentato, con una certa propensione verso il mid tempo. All’interno della tracklist vi sono brani decisamente buoni alternati ad altri volonterosi ma poco riusciti. L’iniziale “Baba Yaga”, ad esempi,o è da promuovere a pieni voti: gothic heavy massiccio e pesante che mette in luce il discreto semi-growl di Alessandro Schumperlin, che invece dimostra lacune evidenti quando si tratta di cantare con voce pulita, come accade nella successiva “My Cards”, brano più complesso ed articolato riconducibile comunque al doom candlemassiano, solo riproposto in maniera più vigorosa e thrashy. In alcuni passaggi la batteria di Valerio Ferrari appare fin troppo semplice e poco dinamica, mentre il basso di Silvia Gadina risulta non pervenuto in fase di mixing. Schumperlin a tratti è addirittura fastidioso nell’insistere su vocalizzi epici e stentorei, mentre le chitarre di Fabrizio Amapane e Samuele Marchi svolgono un buon lavoro e donano al tutto un’aura vicina al gothic metal albionico. “No Brain” è un mid tempo piuttosto dinamico che incrocia il classic heavy con i Paradise Lost e che gode di un discreto finale, mentre “Betray Me” alza i ritmi, pur rimanendo saldamente in ambito goth metal. Molto buono il chorus, efficace nella propria semplicità. “One Of These Days” parte come una ballata oscura ed arpeggiata per poi evolversi in un mid tempo ritmicamente piuttosto complesso e dal flavour decisamente più estremo della media dei brani presenti sul lavoro. Molto bene i break chitarristici delle sei corde, piuttosto evocativi; finale decisamente epico che comunque non stona nel complesso. In chiusura troviamo la cover di “Paura Del Demonio” dei Rose, Rovine e Amanti, giocata su melliflui arpeggi chitarristici e su un certo flavour folk decisamente intrigante; ancora una volta però vengono a galla i limiti vocali di un Alessandro Schumperlin che per larghi tratti si dimostra il punto più debole della band. In definitiva, quindi, “Alpha” riesce a mettere in mostra delle abilità compositive piuttosto marcate, accompagnate però da qualche ingenuità di troppo e da esecuzioni non sempre riuscite. Le capacità ci sono, vanno soltanto affinate e levigate. Senza dubbio la già più che soddisfacente attività live aiuterà gli Anthologies a trovare il giusto amalgama e ad esprimersi in maniera più convinta in futuro.