6.0
- Band: ANTIGAMA
- Durata: 00:24:09
- Disponibile dal: 31/01/2006
- Etichetta:
- Selfmadegod Records
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Nove tracce, ventiquattro minuti. Un mini travestito da disco intero. Considerando che di questi ventuno minuti più di nove sono occupati dalla conclusiva “Zeroland”, pretenziosa e sinceramente poco utile compilation di scariche elettrostatiche e timide imitazioni dell’industrial, ci si trova ad avere per le mani un dischetto che contiene poco più di dieci minuti di musica. Grind tecnico e mai eccessivamente caotico, autodefinito avanguardistico, sebbene il termine sia forse un po’ forte, che calca le orme di certe band di casa Relapse (a volte i Nasum di “Human 2.0” , a volte gli Uphill Battle dell’album omonimo) ma non riesce a riprodurne l’efficacia è quanto ci somministrano i polacchi Antigama, già ascoltati su svariati split, tra i quali uno in compagnia dei nostrani Bastard Saints. I brani, fatta eccezione per l’ultimo di cui si è già detto, sono fulminei e lasciano intravedere intuizioni, soprattutto ritmiche, felici; altre cose, ad esempio le clean vocals, sempre fuori posto, rivelano un’immaturità ancora troppo evidente. Insomma, il disco lo si ascolta senza fatica, ma, in realtà, quattordici minuti di musica difficilmente annoiano, soprattutto se si hanno, come gli Antigama, ottimi suoni e buona perizia strumentale. Peccato che un album come “Zeroland” autorizzi a pensare che i quattro non abbiano il fiato per mantenere la stessa compattezza, la stessa efficacia, anche su distanze più lunghe, e che si debbano affidare a fallimentari esperimenti per riempire venti minuti. Non indispensabili.