7.0
- Band: ANTIVERSUM
- Durata: 00:37:50
- Disponibile dal: 29/09/2017
- Etichetta:
- Invictus Productions
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L’ultima ‘new sensation’ in materia di abomini underground risponde al nome di Antiversum, e come altre realtà appartenenti a questo filone è sponsorizzata dall’irlandese Invictus Productions, label che ha già saputo dimostrare la propria accortezza con le recenti prove di Ascended Dead, Possession e Triumvir Foul. La formazione svizzera, avvolta nel più completo anonimato e con alle spalle un demo ben accolto nell’ambiente (“Total Vacuum” del 2015), esordisce sulla lunga distanza con un platter che è figlio del sound esplorato e messo a punto dai maestri Grave Miasma e Irkallian Oracle, e che dalle suddette coordinate stilistiche non sembra volersi spostare, snodandosi attraverso una manciata di composizioni lunghissime e prive di qualsivoglia sbocco luminoso. Un flusso magmatico in cui i confini tra ciò che può essere definito black, death o doom appaiono labili, erosi da un guitar work slabbrato che invita alla catarsi piuttosto che all’headbanging, e dove una sezione ritmica deragliante si preoccupa di scandire irrazionalmente le varie transizioni. Un disco ‘di genere’ e rigorosamente per cultori, quindi, il cui fascino risiede proprio nella sua natura chiusa e oltranzista. Difficile per un ascoltatore non avvezzo al genere orientarsi nelle tenebre evocate dalla band, complice un songwriting che rifugge dalla forma canzone per abbandonarsi all’alienazione più pura, ma siamo certi che gli altri – coloro i quali hanno già consumato un “Apollyon” o un “Endless Pilgrimage” – non faticheranno a trovare diversi motivi di interesse nei brani di “Cosmos Comedenti”, dalle tremende accelerazioni di “Creatio e Chao Orta Est” alle sottilissime melodie della conclusiva “Nihil ad Probandum”. Con un po’ più di rigore a livello compositivo, necessario vista la caoticità di alcuni passaggi, gli Antiversum potrebbero presto ambire a riconoscimenti maggiori.