9.0
- Band: ANTROPOFAGUS
- Durata: 00:41:00
- Disponibile dal: //1999
- Etichetta:
- Beyond Productions
- Distributore: Masterpiece
Cosa dire su questo gioiello della brutalità made in Italy che non sia già stato detto? Capace di sorprendere ai tempi dell’uscita ufficiale, nell’ormai "lontano" Secondo Millennio, è ancora oggi un album in grado di comunicare e lasciare molto alla sena del metal più estremo ed intransigente. Il sottoscritto è fermamente convinto che "No Waste Of Flesh" – opera che oramai vanta una dozzina d’anni d’età! – sia da considerare un masterpiece per tutto il metallo pesante della nostra Penisola, per la sua incredibile capacità di competere con i pesi massimi brutal death metal d’Oltreoceano, sia allora, sia, incredibilmente, ancora oggi. Nel 1999 chi scrive aveva appena diciassette anni: di primo acchito, trovarsi fra le mani un digipack grondante sangue in piena attitudine Cannibal Corpse, con tanto di foto ufficiali dei membri della band più gore e "carcassiane" che mai, aveva senza dubbio esaltato; anche se con una piccola remora: che l’artwork curatissimo, la confezione professionale, l’immagine curata ad hoc fossero meraviglioso fumo per vendere un insipido arrosto? E’ bastato inserire il CD nel lettore per avere la risposta: balle. Dopo una grottesca intro ("Welcome To My Slaughter House"), ecco partire una decina di tracce di brutal death d’ottimo livello, con in apertura quella che, ancora oggi, è la canzone preferita degli Antropofagus di chi scrive: "Loving You In Decay". Blastbeats veloci e potenti sostengono un riff in perfetto equilibrio fra i Deeds Of Flesh di "Trading Pieces" ed i Suffocation di "Pierced Of Within", per poi esplodere in soluzioni d’impatto riecheggianti i Cannibal Corpse più complessi e tecnici di metà anni Novanta; inserimenti in tempo dimezzato in piena scuola Gorguts collegano un frammento e l’altro della canzone, un basso virtuoso, ma non "sborone", tesse sottotrame notevoli, accompagnato da un drumming preciso e incredibilmente ispirato… il tutto sorretto da una voce che il sottoscritto ancora oggi stenta a credere fosse un suo coetaneo ad averla. Ebbene sì, Argento, attualmente noto per essere mastermind dei blacksters genovesi Spite Extreme Wing, quando aveva fatto la sua performance su "No Waste.." non era ancora maggiorenne. Chi conosce gli Antropofagus sa a che razza di growling alludiamo: estremamente gutturale, ma molto scandito, a sottolineare in maniera spietata ed inesorabile ogni truce parola del testo, a metà fra il primo Chris Barnes e gli Internal Bleeding di Frank Rini, con uno scream acido e sgraziato di scuola Lord Worm a spezzare le trame. Che dire? "No Waste.." in un attimo si dimostra un disco in grado di lasciare positivamente sbalordito l’ascoltatore: alla luce di com’era nel 1999 la scena metal italiana, si stenta a credere che gli Antropofagus fossero una band proveniente dal Bel Paese; gli ingredienti della loro musica erano gli stessi delle band straniere per le quali chi scrive allora stravedeva e, come già detto, il loro sound riusciva brillantemente a competere con esse. Lo sapevate, ad esempio, che Aad dei Sinister va pazzo per il combo genovese fin da allora? "No Waste Of Flesh" è un disco di culto benedetto a priori da qualunque rivista, webzine o metalhead che voglia "farsi figo" con gli amici… e a ragione: ancora oggi questo full-length sa dare emozioni e sa confrontarsi con invidiabile onestà attitudinale anche con le uscite death metal della nuova generazione. Pur suonando un po’ datato in talune soluzioni ed arrangiamenti, l’album contiene quegli ingredienti del brutal death metal in grado di convincere sempre: un mix intelligente di tecnica ed impatto, con soluzioni, talvolta pionieristiche (gli amanti dello slamming brutal provino a dare un’ascoltata a "Vent To Perversion"!), in grado di cristallizzare il tutto come un pezzo unico ed universalmente valido. Un gioiello da avere, sia per gli amanti delle sonorità più brutali, sia per chi ama sostenere quanto di buono esce dalla nostra nazione. Milioni di pollici su.