ANTROPOMORPHIA – Devoid Of Light

Pubblicato il 08/05/2025 da
voto
6.5
  • Band: ANTROPOMORPHIA
  • Durata: 00:42:59
  • Disponibile dal: 16/05/2025
  • Etichetta:
  • Testimony Records
Streaming non ancora disponibile

Dopo sei anni di inattività discografica, gli Antropomorphia tornano con “Devoid of Light”, un album che cerca di portare avanti quel percorso di maturazione che la band ha intrapreso ormai da tempo. Se negli ormai lontani esordi il gruppo olandese si era fatto segnalare per un death metal piuttosto diretto, profondamente radicato nei dettami dei pionieri del genere come Death, Autopsy e Necrophagia, da qualche tempo all’interno della proposta si percepisce una volontà sempre più marcata di arricchire il suono con elementi atmosferici e soluzioni meno convenzionali.
In linea con le ultime prove discografiche rilasciate dal chitarrista/cantante Ferry Damen e dai suoi compari, “Devoid of Light” cerca quindi di ampliare il ventaglio espressivo del quartetto, prediligendo spesso registri più oscuri e riflessivi, in cui la componente atmosferica talvolta prende il sopravvento sull’impatto immediato. È un cambiamento che, se da un lato potrà ancora una volta spiazzare un po’ chi si aspetta sempre un approccio puramente old school, dall’altro conferisce al disco una maggiore varietà e profondità, con alcuni episodi che riescono a distinguersi per un sapiente equilibrio tra aggressività e suggestione.
“The Withering Stench of Hope”, posta in apertura, incarna bene questa nuova inclinazione: una traccia dalle tinte cupe e dense, costruita su riff circolari e dilatati, con un incedere quasi rituale che sfiora sensibilità vicine a certo black metal. Le chitarre, pur mantenendo una indubbia ruvidità, mostrano una tessitura più fine e studiata, mentre la voce di Ferry Damen si inserisce con una presenza solenne, capace di valorizzare le dinamiche più lente e cadenzate.
In brani come “Unending Hunt” o “Triumphant Death” si coglie ulteriormente l’intenzione di muoversi lungo un confine più sottile tra tradizione death metal e aperture più meditate, dove una certa verve non viene mai meno, ma si inserisce in contesti narrativi più articolati, con una solennità che può talvolta arrivare a ricordare anche i Triptykon. È proprio in questi momenti che “Devoid of Light” riesce a esprimere le sue potenzialità migliori, mostrando un songwriting più fluido e interessante rispetto al passato.
Anche in questo contesto tutto sommato più studiato, non mancano tuttavia delle cadute di tono: alcuni brani scivolano infatti su stilemi più convenzionali, dove il ritorno a un suono maggiormente diretto e abrasivo non riesce a lasciare il segno. È in questi frangenti che riaffiora il limite storico della band: l’incapacità di eccellere quando ci si affida esclusivamente alla forza bruta. Si tratta di una zona grigia con cui gli olandesi hanno spesso fatto i conti in carriera: quando l’ispirazione è votata alla sola potenza, il risultato rischia di perdere mordente, appiattendosi su strutture dozzinali.
Pur senza rappresentare un salto qualitativo netto, “Devoid of Light” rappresenta comunque una prova apprezzabile, che mostra una band ancora interessata ad ampliare il proprio vocabolario espressivo, pur senza riuscire sempre a imprimere un marchio forte e riconoscibile. Nel complesso, gli Antropomorphia restano una realtà coerente, capace a tratti di affascinare quando si muove su territori più atmosferici e oscuri, ma che fatica ancora a mantenere una qualità costante lungo tutta la durata di un album.
Un ascolto che potrà incuriosire i fan di vecchia data e attirare l’attenzione di chi apprezza un death metal dai contorni più sfumati, pur senza lasciare un segno davvero profondo.

 

TRACKLIST

  1. The Withering Stench of Hope
  2. Devoid of Light
  3. Funeral Throne
  4. In Writhing Rapture
  5. Cancerous Bane
  6. Unending Hunt
  7. Ash Drapes the Earth
  8. In the Shade of the Devil's Horns
  9. Triumphant Death
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