7.0
- Band: ANTROPOMORPHIA
- Durata: 00:41:50
- Disponibile dal: 5/4/2019
- Etichetta:
- Metal Blade Records
- Distributore: Audioglobe
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Gli Antropomorphia ritornano con il quinto album in studio, “Merciless Savagery”, ancora una volta sotto l’egida della potente Metal Blade Records. Il 2019 segna addirittura il trentesimo anniversario della fondazione della band, in origine nota come Dethroned Empire. Certo, nel mezzo vi è stata una lunga pausa, ma tutto sommato non si può dire che agli olandesi siano mai mancate perseveranza e voglia di imporsi. La storia della band di Tilburg attraversa insomma tre decenni, all’insegna di uscite mai celebratissime e concerti di spalla a realtà più talentuose e fortunate. “Merciless Savagery” potrebbe però rappresentare un cambio di rotta, una virata verso un minimo di successo in più. Con il passare del tempo, anzichè ritrovarsi risucchiati in un vuoto creativo senza fine, i quattro migliorano e mettono sempre più a fuoco il loro songwriting. Un death metal tradizionale che flirta con arie horror, un’indole tenebrosa che stempera e caratterizza le sonorità distinguendole da quelle imperanti nel sottobosco old school europeo: questo è ciò che troviamo su “Merciless Savagery”, opera che ci presenta finalmente una formazione sicura, che si sta una volta per tutte lasciando alle spalle le parentesi interlocutorie. Lo spirito alla base della proposta è meno vintage e citazionista: anzichè puntare tutto su formule tipicamente anni Ottanta e primi Novanta, il gruppo leviga e lascia emergere definitivamente una componente atmosferica che, pur venendo spesso sorretta da riff molto diretti, fa in modo che la manovra non si appiattisca sui soliti temi reminescenti di Celtic Frost o primi Death. Questa volta varie canzoni sviluppano coerentemente un afflato vagamente black e a tratti si sentono echi dell’attuale panorama estremo polacco; la cosa più importante, tuttavia, è che questa ostinata ricerca di innovazione incontra finalmente l’ispirazione. La tracklist, scorrevole e certo non prolissa, si lascia ascoltare tutta d’un fiato, i pezzi, sempre pimpanti, denotano una loro identità ed inizia a a farsi largo un preciso stile Antropomorphia, fatto di un gusto revivalista misurato, groove, melodia luciferina e importanti citazioni contemporanee. Insomma, questo è quel che si dice un deciso passo in avanti sotto ogni punto di vista.