7.0
- Band: ANVIL
- Durata: 00:46:00
- Disponibile dal: 19/01/2018
- Etichetta:
- SPV Records
- Distributore: Audioglobe
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Tra le poche certezze all’interno della scena heavy metal sono rimasti sicuramente gli Anvil, storica formazione canadese capitanata dal mitico Steve “Lips” Kudlow. Quarant’anni di attività e di totale disinteresse nei confronti di qualsiasi tipo di trend, una passione sfrenata per l’heavy metal classico che, pur non avendo mai permesso alla band di ottenere i risultati meritati, ancora oggi non mostra segni di cedimento. Con “Pounding The Pavement” il potente trio scrive il numero diciassette nell’elenco dei dischi in studio pubblicati. Di soprese non ne troviamo, ma è giusto così, solo una dose letale di metallo tonante, classico ed in linea con la produzione del gruppo. “Bitch In The Box” picchia subito sui denti con un bel midtempo roccioso dalle tinte motorheadiane, con riff di chitarra quadrati a sostenere l’ugola sporca e rabbiosa di Lips. Dopo questo breve momento di riscaldamento, per gli Anvil è tempo di pestare sul serio con la veloce “Ego” un bel brano molto diretto, dalla struttura che più classica non si può, ovvero strofa tirata e ritornellone, perfetto per essere presentato dal vivo. Il tipico sound firmato Anvil lo si può apprezzare su episodi come “Smash Your Face”, altro midtempo che punta tutto sull’impatto, o la dinamitarda “Rock That Shit”, l’episodio più potente dell’intero lavoro che offre una buona prestazione alla chitarra/rasoio di Lips ed un drumming forsennato ad opera del fido Robb Reiner. Questo disco non è immune a qualche lieve scivolone, perché alcuni episodi (“Nanook Of the North”, “World Of Tomorrow”) si presentano in modo abbastanza anonimo ed insapore, in pratica dei riempitivi. Buona invece la produzione ad opera di Jorg Uken e dei suoi Soundlodge Studios, che ha saputo interpretare al meglio lo spirito e la storia della band. In generale però possiamo affermare che la formazione canadese dopo due anni di silenzio discografico è tornata con un disco meritevole di rispetto e pieno di idee interessanti. Seppur non sia presente nessun pezzo degno di essere etichettato come capolavoro, l’ascolto di “Pounding The Pavement” trascorre in modo piacevole all’insegna dell’heavy metal di vecchia scuola. Qualche piccolo scivolone non compromette in modo eccessivo l’esito finale dell’ultimo nato in casa Anvil.