7.5
- Band: ANY FACE
- Durata: 00:38:02
- Disponibile dal: 12/11/2010
- Etichetta:
- Buil2kill Records
- Distributore: Audioglobe
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Dopo un album uscito nel 2006 ed una manciata di EP e demo riservati alla stampa, i nostrani Any Face arrivano alla prova del nove con questo secondo album: niente voltafaccia sul genere proposto, Death Metal (sì, con la D maiuscola) dalle chiare influenze americane e che mescola con gusto aggressività, tecnica e una buona dose di sperimentazione che fa riaffiorare alla mente l’ondata techno death esplosa agli inizi degli anni novanta. Otto tracce che a dispetto della complessità strumentale vanno diritte al punto senza inutili giri di parole: quaranta minuti scarsi dove viene a galla tutta la passione della band per formazioni come Atheist, Carcass e Death senza mai fortunatamente trasformare “The Cult Of Sickness” in un mero plagio dei gruppi citati. Impossibile rimanere impassibili di fronte all’imprevedibilità dei pezzi contenuti in questa seconda fatica della band: come non rimanere piacevolmente spiazzati dal pregevole stacco jazz piazzato nella parte centrale di una killer song come “Suicide Urge”? Sentire per credere. Rispetto ai precedenti lavori della formazione si nota una maggiore attenzione riposta in fase di composizione ed arrangiamento dei brani, ora capaci di far male sul serio come dimostrano l’avvincente titletrack ed “Unspoken Son”, perfetto esempio di come tecnica e potenza possano convivere senza pestarsi i piedi a vicenda. Ben riuscita l’integrazione di guest all’interno del lavoro: Mick Montaguti (Electrocution), Domenico Roviello (ex Gory Blister, ora in forze nella formazione) e la riesumazione di una vecchia gloria come Alan Dubin (O.L.D.) nella cover di “Happy Tantrum”, spogliata della sua originale veste industrial ed adattata al contesto sonoro degli Any Face. “TCUS” scorre veloce e senza grossi intoppi: pochi i cali di tensione, ravvisabili in qualche passaggio eccessivamente “pretenzioso” e poco fluido. Di pari passo con la qualità dell’opera l’artwork e la produzione affidata ai nostrani Fear Studio di Ravenna. Anche dopo numerosi ascolti “TCUS” dimostra di essere un album solido e dalle idee vincenti: non tutto è perfetto ma siamo certi che la carica e determinazione del quintetto italico non mancheranno di riservarci sorprese per il futuro. Bravi!