APHONIC THRENODY – The Loneliest Walk

Pubblicato il 04/10/2022 da
voto
7.5

Spotify:

Apple Music:

Il funeral doom notoriamente appaga un piacere sadico e prolungato, l’abbandonarsi al dolore, alla lentezza spossante e un rimestare torbidezze, cercando se possibile di mantenersi distante da flebili istanti liberatori. Un disco come l’ultima fatica degli Aphonic Threnody porta se possibile ancora più al limite questo tipo di esperienza, costringendo a un’immersione totale, intensa, con severe barriere d’ingresso e altrettanto impervie vie d’uscita. La band porta avanti da molti anni un discorso ad ampio respiro nel sempre più vasto e dettagliato panorama funeral internazionale: è abbastanza plumbea per compiacere gli estremisti, sfoggia un suo sottile ma percettibile alone romantico, possiede una pacata aura dimessa, fa annegare in tempi dilatatissimi e immoti dalle grevi striature cerimoniali. Accostati in passato ai nomi più svariati (Mournful Congregation, Evoken, My Dying Bride, Katatonia), proprio per quanto il suono è dettagliato e approfondito, con l’ultimo “The Loneliest Walk” accentuano il tetro immobilismo liturgico già nel DNA, offrendoci un’opera smisurata nella lunghezza – quasi due ore e mezza – e tetragona nell’impartire una severa lezione di dolore e melodia luttuosa.
Reduci da una fitta sequela di album in poco tempo – quinto disco dal 2017, il terzo negli ultimi tre anni – gli Aphonic Threnody dilatano gli spazi già ampi delle uscite precedenti, confezionando lunghe suite, durante le quali alternare un approccio rigoroso e potente alla materia, soavi peregrinazioni di musica da camera, ricami melodici orecchiabili pur nei toni grevi, momenti altamente solenni. Questo mutare d’approccio, con cesure nette anche all’interno delle singole tracce, il dividere la musica, pur in una riconoscibile unitarietà, in tante piccole ‘stanze’ sonore, ricorda quello degli ultimi Pantheist (non a caso alle tastiere c’è proprio il loro leader Kostas Panagiotou), richiamati anche per una percettibile uggiosità cimiteriale. L’impasto sonoro, nella raffinatezza delle soluzioni adottate e nell’intersecarsi degli strumenti a battiti rallentati, promana comunque una sentita ruvidità underground, quella di musicisti legati a concetti di musica sì poetica, ma al suo cuore dura, verace, per nulla addomesticata. Il crepitare delle chitarre, i tonfi secchi della batteria, rimandano a una concezione del metal estremo old-school e più datata dei tempi attuali. Le tastiere, onnipresenti, costituiscono un perno della musica, passano dall’essere velate sottolineature delle ritmiche chitarristiche, a protagoniste indiscusse quando sono le note d’organo a risuonare. Gli inserti di violoncello a loro volta non costituiscono un semplice abbellimento di maniera, sfruttano le possibilità espressive dello strumento propendendo per le sue tonalità lievi e aggraziate, così che la cupezza dell’insieme possa essere relativamente alleviata da uno scuro tocco poetico.
Gli Aphonic Threnody non hanno in dote uno stile ‘speciale’ e di immediata riconoscibilità, né primeggiano per particolare livore, oppure pesantezza, rabbia, né tecnica o sperimentazioni; quello che offrono in abbondanza è l’annegamento completo in una cupezza malinconica ed elegante, attraverso sfumature sonore variegate all’interno di coloriture meste e per nulla luminose. Non vi è da ricercare nulla di particolarmente prezioso o memorabile, perché è l’esperienza sonora nel suo insieme a essere di valore. La titletrack vale da ideale riassunto delle peculiarità del disco, ne rappresenta l’essenza, all’interno di una tracklist uniforme nella qualità. Si poteva sfrondare qualcosa? Smussare qua e là le canzoni? Sono discorsi avari di senso, quando ci si confronta con questo tipo di pubblicazioni. Anche il reiterare allo sfinimento, l’essere quasi ‘pedanti’ nell’insistere su un determinato giro chitarristico o cadenza ritmica, ha la sua ragione d’essere per soffocare i sentimenti positivi e indulgere in una specie di estasi malinconica. Un lavoro da non perdere, “The Loneliest Walk”, se si ha il funeral doom quale spirito guida dei propri ascolti.

TRACKLIST

  1. Empathy
  2. The Sun Will Never Rise
  3. Interlude 1 - Moonlight
  4. The Loneliest Walk
  5. To Mourn a Mother
  6. Condemnation
  7. These Four Walls
  8. Interlude 2 - To Tell a Story of Darkness
  9. A Worthless Life
  10. The Beginning
0 commenti
I commenti esprimono il punto di vista e le opinioni del proprio autore e non quelle dei membri dello staff di Metalitalia.com e dei moderatori eccetto i commenti inseriti dagli stessi. L'utente concorda di non inviare messaggi abusivi, osceni, diffamatori, di odio, minatori, sessuali o che possano in altro modo violare qualunque legge applicabile. Inserendo messaggi di questo tipo l'utente verrà immediatamente e permanentemente escluso. L'utente concorda che i moderatori di Metalitalia.com hanno il diritto di rimuovere, modificare, o chiudere argomenti qualora si ritenga necessario. La Redazione di Metalitalia.com invita ad un uso costruttivo dei commenti.