9.0
- Band: APOCALYPTICA
- Durata: 00:56:23
- Disponibile dal: 19/11/2013
- Etichetta:
- BMG
- Distributore: Sony
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Ci troviamo nella difficile posizione di recensire una band un po’ particolare all’interno della storia del metal e della musica in generale. Gli Apocalyptica sono una realtà decisamente sui generis del panorama musicale odierno. I tre violoncellisti finlandesi (dai quattro originali che erano), assurti alla notorietà con quell’album, risalente all’ormai lontanissimo 1996, “Apocalyptica Plays Metallica By Four Cellos” in cui appunto si cimentavano in cover arrangiate con solo violoncelli dei pezzi più famosi dei Metallica, hanno avuto il grande merito di dimostrare al mondo intero che anche con strumenti classici si può suonare musica “cattiva”. La band, da quel momento in poi, si è cimentata nella stesura di lavori propri sempre con il solo ausilio degli archi (e, dal 2005, con una batteria per la sezione ritmica), riuscendo sempre e comunque ad ottenere ottimi risultati in termini di bontà del lavoro. La release di questo loro album ha subito dei notevoli ritardi a causa della distruzione di gran parte dei materiali di scena per colpa di un atto vandalico ad opera di soggetti ancora purtroppo ignoti, fatto, questo, assurto tristemente agli onori della cronaca nel recente passato. Ma nonostante tutto la band non ha deciso di gettare la spugna, bensì di giocare il tutto per tutto per mettere in scena questo ambiziosissimo progetto che risponde al nome di “Wagner Reloaded”. Il tempismo dei Nostri è perfetto, dato che in questo 2013 cade proprio il 200° anniversario della nascita del compositore Richard Wagner, probabilmente il musicista classico che ha contribuito maggiormente alla nascita di un certo tipo di sound “heavy” che è stato da sempre fonte d’ispirazione per la musica da noi prediletta. Per quest’opera, i finlandesi hanno deciso di creare dei nuovi pezzi basandosi proprio sui lavori di Wagner e sulla sua vita vera e propria, condendo il tutto con un team di ballerini classici che hanno contribuito a dare vita ad un’opera live dal forte impatto emotivo e visivo, anche grazie al supporto del rinomato ballerino e coreografo Gregor Seyffert e della MDR Symphony Orchestra. L’intero lavoro è stato registrato nel luglio del 2013 a Lipsia, in Germania, proprio la città che diede i natali al compositore duecento anni or sono, e lo show in questione è stato concepito per essere ben più di un semplice concerto, bensì un’opera onnicomprensiva con veri e propri elementi teatrali. Come premesso in apertura, questo è un lavoro particolarmente difficile da recensire, dato che si muove su coordinate molto distanti da ciò al quale siamo abituati, trattandosi comunque di musica classica. Detto questo, partiamo subito dicendovi che questa ora di musica ha le potenzialità per intrattenere gli ascoltatori dai gusti più disparati, andando a coprire territori vasti e distanti tra loro. Dopo i primi due pezzi posti in apertura, principalmente due intro atmosferiche che servono a preparare il terreno, ecco che veniamo colpiti dal primo episodio vero e proprio di questo tributo, “Fight Against Monsters”, un assalto frontale dal piglio irresistibile, una via di mezzo tra una strumentale zigana ed un soundscore preso da un film di Robert Rodriguez. Il nostro impatto con questo lavoro non potrebbe essere dei migliori. Incuriositi da questo inizio, proseguiamo fiduciosi e troviamo sul nostro cammino “The Flying Dutchman”, una pesantissima reinterpretazione di un altro dei superbi lavori wagneriani, dal piglio fortemente epico, e caratterizzato da una pesantezza sonora e d’intenti che lascia sbigottiti, anche e soprattutto perché abbiamo a che fare con il suono prodotto da dei violoncelli. Dalle dolci note di “Lullaby”, che ci culla fino a farci assopire delicatamente, ci muoviamo verso il cadenzato incipit quasi raveliano di “Bubbles”, che ci porta per mano fino al capolavoro di questa prima metà disco, “Path in Life”, una suite sinfonica di soli quattro minuti che ci desta completamente e ci rinvigorisce, con suoi spunti incredibilmente thrash metal (provate ad ascoltare la cavalcata di batteria posta in chiusura del pezzo!) avvolto in un guscio di palpabile malinconia. Riprendiamo fiato nel corso dei successivi pezzi, fino a giungere a “Birth Pain”, episodio che mette da parte per un po’ la dimensione sinfonica del lavoro, e che si diletta nel dipingere paesaggi autunnali e sensazioni di nostalgia per dei momenti lontani nel tempo, il tutto con il mero ausilio dei soli archi. La successiva “Ludwig – Wonderland”, pezzo scelto dai Nostri come singolo promozionale per l’album è, in virtù di questo suo status, uno dei pezzi forse più rappresentativi della follia rapsodica dei ragazzi, in cui riusciamo distintamente a percepire il loro notorio amore viscerale per i “Four Horsemen” di Los Angeles, declinato magistralmente in chiave neoclassica. Dopo la seconda parte di “Ludwig – Requiem”, una sorta di outro del pezzo precedente, ecco il lavoro dei finlandesi svanire lentamente con “Destruction”, pezzo che, a dispetto del nome, risulta un morbido fade out di questa magistrale opera. I finlandesi hanno confezionato un gioiello incredibile, raro e prezioso, capace di deliziare l’udito e l’anima allo stesso tempo, dimostrando quanto l’amore per la musica, quello genuino e viscerale, sia capace di spazzare via ogni tipo di muro tra i generi, e di creare qualcosa di nuovo e bellissimo appunto perché non categorizzabile. Speriamo che la band riesca a regalarci un DVD di questo concerto quanto prima, dato che ci è stato impossibile godere anche del comparto visivo dell’evento. Nel frattempo, abbiamo solo un aggettivo per loro: formidabili.