6.5
- Band: APOCHRYPHAL REVELATION
- Durata: 00:44:33
- Disponibile dal: 01/11/2020
- Etichetta:
- Nuclear War Now
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Ecco arrivare dalle oscure fucine di Nuclear war Now! una nuova uscita di putrido black/death metal dal carattere ombroso e dannato, in linea con la recente predilizione della label americana verso queste forme primordiali di metal estremo associate ad un utilizzo, molto caratterizzante, di parti in synth e tastiere che ammorbano il mood generale con toni quasi goticheggianti.
In questo, gli Apochryphal Revelation seguono in realtà un sentiero già percorso in passato sia da formazioni storiche come i Mystifier, che rimangono infatti il primo e più riconoscibile punto di riferimento nella scrittura e nell’arrangiamento di questi ragazzi americani, sia da act più recenti come i Moenen Of Xezbeth ad esempio, spingendo molto sul versante atmosferico e riempiendo la tracklist di brevi spaccati strumentali piuttosto suggestivi, per quanto marcatamente slegati tra di loro. Se il minutaggio complessivo viene quindi occupato da una consistente verve horrorifica, le canzoni vere e proprie nascondono in realtà la vera qualità insita in “Primeval Devilish Wisdom”: sia il midtempo di “Profane” che le incursioni più veloci di “Constantine” e “Obscure” infatti mostrano il lato più ferale della band, avvicinabile agli ultimi Profanatica in quanto a sfrontatezza ed ossessività e capace di unire questi impulsi istintivi ad un uso oculato degli strumenti digitali, aggiungendo pathos nei momenti giusti e senza snaturare l’attitudine assolutamente analogica che possiede la pasta di questo album. Le buone capacità tecniche messe in mostra, inoltre, permettono ai Nostri di arricchire la base primitiva del riffing con assoli, fraseggi e qualche stacco inaspettato che rendono i brani certamente più profondi e ben riconoscibili tra di loro – elemento non scontato con questi tipi di sonorità. I mefistofelici leitmotiv di“Burning”, “Blasphemous” e “Graveyard” sono destinati a stamparsi nella mente e tornare sardonici nei successivi ascolti, come un antico ricordo o una vecchia canzone inquietante che già conoscevamo ma di cui non ricordiamo l’origine esatta. “Primeval Devilish Wisdom” vive in un deja-vù, una miracolosa corsa indietro nel tempo che riporta all’entusiasmo dei primi anni Novanta e a quella voglia istintiva (un po’ maldestra forse, ma vividamente reale) di dar vita ad un sabba musicale fatto sia di distorsioni che di atmosfere, dannazione manifesta e spirito malefico più recondito, redivivo oggi nella musica degli Apochryphal Revelation con la giusta dose di preparazione e credibilità.