APOPTOSI – Per tutto il male che avete fatto.

Pubblicato il 01/07/2025 da
voto
7.5
  • Band: APOPTOSI
  • Durata: 00:16:10
  • Disponibile dal: 02/04/2025

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C’è un rumore sordo che attraversa “Per tutto il male che avete fatto.”, il nuovo album degli Apoptosi. È il rumore di qualcosa che si rompe, che cede sotto il peso di una tensione trattenuta troppo a lungo. E non è solo una questione di suono: è un sentimento, una postura, un modo di stare al mondo che si traduce in musica. Il giovane quartetto lombardo, già responsabile, negli ultimi anni, di una serie di concerti sempre più intensi e coinvolgenti, incanala tutto questo in un lavoro che non cerca compromessi. Ma se la prima impressione è quella di un impatto frontale, c’è molto di più da scoprire dietro la foga del successore di “Verso un futuro di completa anestesia”.
Radicati nella nota tradizione hardcore italiana, gli Apoptosi si muovono lungo un sentiero che guarda a formazioni come Wretched, Skruigners e Nerorgasmo per immediatezza comunicativa, ma non si limita al semplice omaggio. Al contrario, è il modo in cui i ragazzi rielaborano questi riferimenti a raccontare chi sono oggi. Il disco scorre senza inutili divagazioni, serrato e diretto, ma mai dozzinale. La veemenza con cui ogni pezzo viene suonato rivela una consapevolezza crescente, e in più di un’occasione l’attitudine sembra rifarsi a quella dei Cripple Bastards di “Misantropo a senso unico”, soprattutto per l’approccio intensissimo, a tratti quasi nichilista. Le linee vocali, pur meno gutturali e psicotiche di quelle di Giulio The Bastard, mantengono una forza d’urto notevole, sostenute da un comparto strumentale compatto, che cesella bene i riff e che in qualche occasione è pure capace di aperture inaspettate.
“Ancora una volta”, ad esempio, introduce elementi crust e stenchcore che arricchiscono la formula senza snaturarla. In quella traccia, tra le più evocative del lotto, si intravede una malinconia latente che aggiunge spessore all’impatto frontale del disco. È in questi momenti che si percepisce quanto potenziale ci sia ancora da esplorare: la band ha ben chiara la propria identità, ma non ha paura di mettere alla prova i propri limiti, ampliando lo spettro emotivo e dinamico del suono.
Ma è soprattutto l’attitudine a risaltare: del resto, il titolo “Per tutto il male che avete fatto.” è già un manifesto. Questa musica nasce da un odio consapevole, rivolto a un mondo che si autodistrugge nel silenzio, nell’apatia e nella menzogna patinata delle ideologie da supermercato. È uno sfogo politico e umano, che rifugge ogni orpello in favore di un linguaggio sonoro e lirico diretto, a tratti nettamente brutale, ma mai vuoto. I testi, seppur urlati e spesso affogati nel muro sonoro, sono intelligibili, e soprattutto sentiti. E questo fa la differenza. È musica che suona urgente perché urgente è ciò che la genera.
In un panorama in cui a volte si grida senza avere molto da dire, gli Apoptosi si fanno sentire con cognizione di causa, con intensità e con passione, confezionando pezzi che restano in testa, che trasmettono qualcosa di autentico e che non sembrano mai il frutto di un piatto esercizio di stile. La loro forza sta proprio lì, nella naturalezza con cui riescono a farsi sentire, non solo per volume, ma per presenza. E se questo è solo l’inizio, c’è davvero di che tenere le orecchie dritte.

TRACKLIST

  1. Fuck the sgomberi
  2. Eziopatogenesi
  3. Per il tuo piatto
  4. Inesorabile
  5. Incubo urbano
  6. Silenzio
  7. Verità
  8. Tre metri sotto terra
  9. Ancora una volta
  10. Apoptosi
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