7.0
- Band: APPEARANCE OF NOTHING
- Durata: 57:36
- Disponibile dal: 14/02/2014
- Etichetta:
- Power Prog
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Tre anni dopo il loro secondo e sorprendente disco, tornano gli svizzeri Appearance Of Nothing con il qui presente “A New Beginning”, lavoro che prosegue il discorso intrapreso con i primi due album. Nessun “nuovo inizio” quindi per la band che, anzi, consolida e definisce al meglio il proprio sound, miscelando alla perfezione progressive metal, sonorità settantiane e il groove metal tipico dei Nevermore, quest’ultimo irrobustito dall’utilizzo delle growl vocals, basilari per donare un’impronta più heavy e moderna al lavoro. Nulla di rivoluzionario quindi rispetto a “All Gods Are Gone”: gli elvetici mostrano ancora una volta ispirazione, convinzione e un certo mestiere nel corso delle sette tracce che compongono il disco, ponendo sempre la massima attenzione negli arrangiamenti e un gusto non comune nella composizione di melodie e ritornelli. Rispetto al precedente album (in cui Dan Swano e Devon Graves offrirono i loro servigi vocali ), questa volta non ci sono ospiti a dare ulteriore pregio ad un lavoro che comunque riesce a stare benissimo in piedi da solo, e ciò lo si evince sin dalle prime battute. La robusta “Chains Of History” riparte da dove i Nostri si erano fermati, e piace dal primo ascolto, così come la darkeggiante “Without A Reason”, ipnotica song dalle due anime, una tradizionalmente progressive e l’altra molto estrema e moderna. La seguente “The Seer” è un altro grande pezzo, forse il più catchy dell’intero disco, sempre ben sospeso tra magiche melodie e grugniti bestiali. La titletrack cita con deferenza la penna di Gilmour, ricordando quanto fatto dal chitarrista dei Pink Floyd nel suo ultimo album in studio “On An Island”. Fino a qui gli Appearance Of Nothing sembrano di poter superare quanto fatto con il precedente disco, ma non sarà così. Le ultime tre canzoni infatti (che a livello di minutaggio rappresentano circa la metà dell’album), pur offrendo tutte spunti interessanti, mostrano un po’ di stanchezza e finiscono per smarrire la giusta dose di creatività. Ad ogni modo “A New Beginning” conferma la band svizzera come una delle più interessanti del panorama progressive odierno, magari non destinata a riscrivere le regole del genere o a giocare un ruolo di primo piano, ma comunque assolutamente apprezzabile e degna di attenzione.