AQUILUS – Bellum II

Pubblicato il 11/06/2024 da
voto
8.0
  • Band: AQUILUS
  • Durata: 00:58:38
  • Disponibile dal: 03/05/2024
  • Etichetta:
  • Northern Silence Prod.

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In chiusura delle recensione di “Bellum I”, a dicembre 2021, ci chiedevamo come e quando sarebbe arrivata la seconda parte: dopo quasi tre anni, il momento è giunto, senza proclami e senza alcun preavviso, in perfetto stile Aquilus, un progetto che, a dispetto della visibilità ridotta che appare quasi una scelta, ha guadagnato un seguito di fan incalliti e non ha mai sbagliato un colpo.
Questa volta, però, seppur con l’incognita dell’arco temporale (tra il primo album “Griseus” e “Bellum I” trascorsero ben dieci anni…), l’uscita era attesa, togliendo un pizzico di imprevedibilità ma alzando a dismisura le aspettative: i primi due dischi, infatti, rappresentano uno dei migliori esempi di fusione tra musica sinfonica e metal estremo mai sentiti, tanto da chiedersi se Waldorf, al secolo Horace Rosenqvist, sia un musicista classico prestato al black metal o viceversa, ed era quasi scontato pensare che il terzo episodio avrebbe raggiunto perlomeno lo stesso livello.
L’equilibrio fra queste due componenti è, ovviamente, il punto di partenza anche del nuovo “Bellum II”: questa volta la sensazione è che, in fase di missaggio, si sia dato più spazio a chitarra e batteria, ma l’impianto rimane fortemente orchestrale, tanto che, ad accompagnare l’operato di Waldorf ci sono ben cinque musicisti di supporto (due violinisti, una cantante, un flautista ed un percussionista), tutti di estrazione classica.
L’album ruota sostanzialmente intorno a due lunghe composizioni, di circa diciassette minuti ciascuna: “Nigh To Her Gloam” è una perfetta combinazione di black metal atmosferico con intrecci acustici e strumentazione classica, con momenti che ricordano i primi Opeth, voci corali che spuntano dal nulla, screaming, divagazioni folk ed un gusto progressive piuttosto marcato; “My Frost-Laden Vale” è poco meno complessa, con parti strumentali interminabili ed i consueti arrangiamenti ricercati, ma ha dalla sua un tasso di epicità altissimo, ed in quanto a maestosità se la gioca con la insolitamente breve “By Tallow Noth”, pezzo di apertura che si fa notare per un riffing serrato e vario. Gli intermezzi pianistici, “Amidst Soughing Tristesse” e “A Solitary Demise”, sono melodie malinconiche ed eteree, accompagnate da delicati violini e cori operistici, mentre la conclusione è affidata alle voci sfumate e sognanti di “The Pillared Dark”.
Ad un ascolto distratto, “Bellum II” potrebbe apparire lievemente inferiore al suo predecessore, forse perché manca l’effetto sorpresa – o semplicemente, le due opere vanno affrontate in sequenza per essere comprese appieno – ma il fatto che questo suono sia ormai collaudato non toglie valore ad un album così denso e ricco di spunti, una sorta di affresco malinconico e crepuscolare quanto travolgente e pieno di impeto.
La musica, ed il metal in particolare, ci ha abituato a dicotomie sconvolgenti, nelle quali eleganza e ferocia sembrano convivere in assoluta disinvoltura,  ed in questo Aquilus dimostra ancora una volta di essere un maestro.

TRACKLIST

  1. By Tallow Noth
  2. Into the Earth
  3. A Solitary Demise
  4. Nigh to Her Gloam
  5. Sombre Loom
  6. My Frost-Laden Vale
  7. Amidst Soughing Tristesse
  8. The Pillared Dark
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