AQUILUS – Griseus

Pubblicato il 22/10/2012 da
voto
6.5
  • Band: AQUILUS
  • Durata: 01:19:55
  • Disponibile dal: 01/05/2012
  • Etichetta:
  • ATMF
  • Distributore: Masterpiece

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Un ascolto davvero impegnativo, questo “Griseus”, debut-album sulla lunga distanza della criptica one-man-band australiana Aquilus. Tale Waldorf è il musicista che si cela dietro le quinte di questo progetto, ambizioso e un pochetto pretenzioso, ma anche di basso profilo e per nulla di cattivo gusto o pacchiano. Waldorf/Aquilus si dichiara amante della Natura ed il suo metal atmosferico propone liriche ispirate in questo senso; perciò, quasi automaticamente, affibbiamo l’aggettivo ‘pagano’ allo stile della band, che difatti presenta un black-death metal ad ampie vedute e dall’attitudine progressiva, comprendente spesso cori e voci pulite, ma che soprattutto è governato da un’enorme aura sinfonico-orchestrale a pervadere praticamente ogni partitura e ogni mood ricreato da questo artista in solitaria. Crediamo proprio che Waldorf nasca – ma sono solo ipotesi, attenzione – come tastierista o compositore di musica classica, in quanto è piuttosto evidente che l’aspetto degli Aquilus facente capo a composizioni di musica d’insieme sia prevalente in “Griseus”. Ci sono chitarroni metallici, c’è la batteria, ci sono scream e growl, divagazioni folk e una cospicua influenza primi Opeth, tutt’al più durante le pause acustiche, ma ciò che rimane in testa, al termine dell’ora e venti (!!) di ascolto del lavoro, sono le lunghe e ariose aperture/fughe strumentali che Waldorf è in grado di costruire. Ne sono validissimo esempio i due estremi del disco, l’opener “Nihil” e la chiusura “Night Bell”, rispettivamente quattordici e diciassette minuti di durata, nei quali le sezioni strumentali prevalgono nettamente su quelle cantate. Chiaro che, come accennato ad inizio recensione, la fruizione di “Griseus” non sia particolarmente adatta ad un ascolto distratto o just for fun. Gli Aquilus vanno sentiti in pace, in casa, al chiuso, riflettendoci su e vagando per la praterie della mente. Non per tutti, quindi, è consigliabile l’album qui analizzato. Noi preferiamo gli episodi della tracklist più concisi e movimentati – “The Fawn”, “Arboreal Sleep”, “Latent Thistle” – nonostante il viaggio infinito di “In Lands Of Ashes” sia oltremodo affascinante. La band, in futuro, dovrà certamente smussare alcune prolissità oggi troppo marcate e al limite del sopportabile e, in seconda battuta, rendere più organici i propri scritti, giusto per evitare l’impressione, qui piuttosto diffusa, di brani creati incollando a mo’ di puzzle tanti piccoli sotto-brani di minutaggio inferiore. Le qualità ci sono, insomma, ma paiono acerbe e da sviluppare meglio. E’ sufficienza piena, comunque.

TRACKLIST

  1. Nihil
  2. Loss
  3. Smokefall
  4. In Lands Of Ashes
  5. Latent Thistle
  6. Arboreal Sleep
  7. The Fawn
  8. Night Bell
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