6.5
- Band: ARALLU
- Durata: 00:48:00
- Disponibile dal: 02/04/2009
- Etichetta:
- Raven Music
- Distributore: Masterpiece
Spotify:
Apple Music non ancora disponibile
Dopo i grandiosi Orphaned Land, i Melechesh di Ashmedi e i Salem, andiamo a scoprire un’altra band proveniente da Israele, gli Arallu, combo thrash-black metal dalle forti ed inevitabili venature folk. La formazione in questione nasce nel 1997 come one-man-band, grazie alla volontà di Butchered The Hell Warrior, vocalist attivo anche alle chitarre e al basso. Con “Desert Battles – Descending To The Sands”, gli Arallu raggiungono la notevole quota di quattro album in studio, per una carriera che solo ora si affaccia in territorio italiano. Si sente proprio che la band poggia il suo background sul thrash e sul black old-style: i brani sono diretti, piuttosto semplici nel riffing e non si perdono in inutili leziosità; i numerosi inserti folk, sia che si tratti di chitarre arabe, sia che vengano utilizzati strumenti a fiato e molteplici percussioni tipiche, occupano il campo il tempo necessario a spezzare l’arrembaggio di un rifframa quasi sempre senza compromessi, lanciato a velocità sostenute e spesso ammorbidito da melodie ovviamente di stampo mediorientale; quando non va giù sparato, il quartetto israeliano si trasforma in un maglio cadenzato e potente, regalando sezioni groovy di tutto rispetto – “The Union Of Babylon”, proprio un ottimo pezzo, è un po’ la summa di tutte le peculiarità dell’Arallu-sound. La produzione grezza e non certo laccata non fa storcere il naso e, a parte l’inglese approssimativo, Butchered si dimostra un discreto interprete. Testi impegnati nell’anti-religiosità e di argomento guerresco completano la disamina di un lavoro che può far passare una piacevole oretta in sua compagnia. Canzoni che non annoiano, buon tiro melodico, bella dose di violenza, qualche ingenuità e imprecisione: gli Arallu sono tutto qua. Con qualche infamia e qualche lode.