ARAN ANGMAR – Black Cosmic Elements

Pubblicato il 28/01/2021 da
voto
7.5
  • Band: ARAN ANGMAR
  • Durata: 00:31:38
  • Disponibile dal: 06/01/2021

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In questo periodo siamo tutti di umore più nero, c’è poco da dire, però è bene tener presente che uno dei vantaggi della nostra musica preferita risiede proprio nella sua incredibile versatilità non solo dal punto di vista stilistico, ma anche da quello emozionale. In buona sostanza, sono i periodi come questo a fornirci più di un pretesto emotivo per riscoprire delle sonorità particolarmente oscure e malefiche, messe magari parzialmente da parte nelle fasi più ‘solari’ della nostra vita.
Iniziamo quindi bene questo nuovo anno dedicando più di qualche parola al disco d’esordio della melodic black metal band Aran Angmar, la cui nazionalità è probabilmente la caratteristica più difficile da inquadrare: metà della line-up risulta infatti essere di provenienza olandese, grazie al batterista Michiel Van Der Plicht (Pestilence, Carach Angren) e al biondissimo vocalist Jesse Peetoom (DunkelNacht, Evil Oath); il chitarrista Stavros Bondi proviene da Atene, mentre c’è il nostro Giacomo Gastaldi al basso, che può ora aggiungere un’altra valida formazione alla sua già ottima carriera (insieme ovviamente agli italianissimi Darkend e ai britannici Bloodshot Dawn).
Musicalmente questo “Black Cosmic Elements”, alle tematiche a metà tra il blasfemo e il lovecraftiano, affianca uno stile che stende una base di solidissimo black metal, da sfumare in tinte vagamente death, fino ad arricchire il tutto con un utilizzo davvero sorprendente delle melodie, che qui risultano fondamentali per una resa ottimale delle atmosfere rappresentate. Si tratta di una mossa relativamente rischiosa, poiché qualche purista del black più marcio potrebbe storcere il naso, ma siamo sicuri che non siano loro il target principale del prodotto. Non a caso, il black incarna da sempre uno dei generi più duttili del panorama, e soprattutto negli ultimi anni si sono moltiplicati i musicisti in grado di fornirne una visione magari non sempre originalissima, ma quantomeno personale e ben emancipata all’interno del sottobosco. Chiaramente ci sono fasi e fasi: alcune più tetre e roventi come “a Tongue As A Lash Of Fire”, e altre decisamente più orecchiabili come la opener “Sovereign” o la strumentale e arabeggiante “Portals To The Universe”, che funge a suo modo da preludio all’accoppiata finale.
L’ascolto è abbastanza breve, una mezz’ora lievemente abbondante, e la durata contenuta anche dei singoli brani aiuta ad evitare quel pericolo di prolissità in cui spesso produzioni analoghe tendono a imbattersi, favorendo piuttosto una deriva immediata e approcciabile, che rende il primo album degli Aran Angmar adattissimo a svariati palati distinti: dal blackster non troppo radicale in cerca di un po’ di musicalità in più, fino all’ascoltatore versatile e bisognoso di gettare una secchiata di colore nero all’interno della propria anima senza sacrificare la componente volta all’intrattenimento. L’unico difetto che ci sentiamo di notare è la mancata valorizzazione di alcuni elementi peculiari, inseriti a fine decorativo, e che forse con un po’ di focus in più sarebbero potuti diventare un ulteriore marchio di fabbrica per questa realtà esordiente: ad esempio, un utilizzo evidente della chitarra solista nel black metal non è patrimonio di tutti, ma, considerando la moltitudine di fruitori innamorati degli sfoggi solisti, dandole giusto poco spazio in più si sarebbe potuto donare un carattere ulteriormente coraggioso all’opera, sulla scia di maestri come Unanimated e realtà affini.
Tuttavia, sono dettagli puramente soggettivi, e siamo sicuri che se gli Aran Angmar sapranno trovare quel quid in più sarà senz’altro possibile per loro riuscire a ritagliarsi un valido spazio all’interno della scena.

TRACKLIST

  1. Sovereign
  2. Into The Lawless Abyss
  3. A Tongue As A Lash Of Fire
  4. Portals To The Universe
  5. The Scion
  6. Black Cosmic Elements
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