8.0
- Band: ARCH ENEMY
- Durata: 00:50:23
- Disponibile dal: 08/09/2017
- Etichetta:
- Century Media Records
- Distributore: Sony
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Cambiare (quasi) tutto per non cambiare niente. Di fronte ad un’ipotetica giuria popolare, non necessariamente composta solo da nostalgici dell’era Liiva, siamo certi che sarebbe questa l’accusa principale mossa a Mr. Amott, reo confesso di aver mantenuto pressoché inalterata la proposta degli Arch Enemy nonostante l’ingresso di due veri purosangue come Alissa White-Glutz e, soprattutto, l’ex Nevermore Jeff Loomis. Detto che ci sentiamo di sottoscrivere in parte la mozione – e tralasciando in questa sede il dibattito sulle band che hanno costruito una carriera su un sound sempre uguale a se stesso – va altresì riconsciuto all’ex-Carcass la capacità di aver saputo forgiare negli anni un trademark sonoro immediatamente riconoscibile, cui peraltro l’ingresso dei nuovi arrivati (soprattutto Alissa dai capelli blu) ha donato nuova linfa vitale, dopo un periodo di stanca sul finire dell’era Gossow. Forte del successo di pubblico e di critica ottenuto tre anni fa con “War Eternal”, culminato nel celebrativo live “As The Stages Burn”, il quintetto si ripresenta compatto ai nastri di partenza con “Will To Power”, decimo album che, se da un lato si muove come detto nel solco della tradizione recente (“The World Is Yours”, “The Eagle Flies Alone”, “Murder Scene”), dall’altro mette in mostra alcune piccole ma gustose novità. Su tutte, l’attacco furioso di “The Race”, probabilmente il pezzo più tirato scritto dai ‘nuovi’ Arch Enemy, e la semi-ballad “Reason To Believe”, dove finalmente abbiamo modo di apprezzare la timbrica pulita di Alissa, ma anche le atmosfere liturgiche di “Dreams Of Retribution” o gli arrangiamenti orchestrali della super-catchy “A Fight I Must Win” sono elementi a loro modo inediti, a conferma di come, pur essendo rimasto sostanzialmente simile dai tempi di “Wages Of Sin”, il sound degli Arch Enemy si sia nel frattempo arricchito di nuove sfumature. In attesa di sentire i lavori solisti di Alissa e Loomis (magari basati proprio sulle idee scartate dal Lider Maximo Amott), non ci resta quindi che divertirci con “Will To Power”, imperdibile a patto di aver apprezzato in tutto o in parte i sei lavori che lo hanno preceduto.