ARCHITECTS – For Those That Wish To Exist

Pubblicato il 10/03/2021 da
voto
7.5
  • Band: ARCHITECTS
  • Durata: 00:57:04
  • Disponibile dal: 26/02/2021
  • Etichetta:
  • Epitaph
  • Distributore: Self

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Dalle peggiori situazioni possono svilupparsi insperati effetti, prese di coscienza dalle conseguenze inaspettate, indefinite, a volte importanti. Del resto è stato impossibile, per gli Architects, far sì che la musica prodotta tramite le ultime uscite potesse prescindere dalla morte di Tom Searle e da ciò che ha comportato nella psicologia e nella emotività dei suoi band mates, un ciclo culminato con “Holy Hell”, figlio di un periodo creativo che ha raggiunto dei picchi difficilmente superabili. E dunque, non stupisce che l’approccio di questo nuovo album degli inglesi suoni come una ulteriore (ri)elaborazione della propria coscienza, della propria presenza in questo mondo, ormai ben consci di quello che si può perdere e anzi interessati a quello che si sta per perdere, una ferita ancora sanguinante pronta ad espandersi: il tema di “For Those That Wish To Exist” è infatti quello di una dipartita annunciata, quella globale questa volta, la nostra, la prossima estinzione di massa, summa teorica di ogni devastazione. I testi parlano dell’incapacità di adattarsi dell’essere umano ad una vita che renda sostenibile, per l’appunto, la vita stessa in quanto fenomeno, e sebbene i temi suggeriscano un’ulteriore inasprimento della proposta musicale, gli Architects hanno invece aperto una nuova pagina del libro e l’hanno riempita di una palette dai colori allargati, dove la pesantezza fa da contralto alla melodia, dove non mancano le chitarre e gli scream, ma nemmeno i ritornelli facili e le strutture marcatamente pop, e la cosa, forse, non sorprende poi così tanto. Perché tutto sommato questa apertura verso sonorità di respiro certamente più ampio (impossibile non pensare ai Bring Me The Horizon) era nell’aria, ma – e qui sta il bello – non inficia la qualità intrinseca dei cinque di Brighton, né la loro capacità di scrivere brani si orecchiabili, in alcuni casi addirittura facilotti, ma allo stesso tempo ci restituisce un platter di quasi un’ora di suoni pieni, cinematografici, grandiosi in senso stretto. Spaziando, non senza una certa sfacciataggine, attraverso lati molto diversi della stessa medaglia, coinvolgendo suoni praticamente pop e colpi di reni quasi industrial, da una malinconica dolcezza quasi synth pop come in “Little Wonder” alle arie più classiche di una “Impermanence”, quasi come se fossero persone diverse a cantare una “Black Lungs” o una “Flight Without Feathers” per poi ricondurre tutto ad un discorso ‘base’ che sembra voler cercare, in realtà, una nuova forma, ancora da definire, a cui fare capo.
È un disco che avrebbe tutte le carte per confondere, risultare incompleto, troppo vasto, e invece ascolto dopo ascolto diventa sempre più forte, pur non essendo perfetto con qualche brano e qualche minuto di troppo, apertamente diretto ad un pubblico ampio, non di meno sicuramente funzionante. Merito di arrangiamenti curati, di una prova strumentale convincente, sempre in bilico tra melodiche aperture di archi e chitarre (che, quando si fanno sentire, lo fanno alla grande), di una espressività dietro il microfono ormai a tutto tondo. Chi approcciando gli ultimi lavori degli Architects temeva un percorso verso un suono sempre meno ‘metal’ e sempre più disposto alle più disparate contaminazioni (anche commerciali, se non usiamo il temine in senso per forza dispregiativo), stia alla larga, perché effettivamente siamo di fronte ad un nuovo stadio per la band inglese. Tutti gli altri si godano invece un disco con il pregio di suonare sempre meglio ascolto dopo ascolto, di mantenere un livello sicuramente dignitoso anche dopo prove importanti come quelle che erano “Holy Hell” e “AOGHAU” e di essere riuscito a deviare il proprio percorso senza perdere la propria anima, rappresentando, insomma, un passaggio di lusso verso una meta ancora lontana per essere intravista.

TRACKLIST

  1. Do You Dream of Armageddon?
  2. Black Lungs
  3. Giving Blood
  4. Discourse Is Dead
  5. Dead Butterflies
  6. An Ordinary Extinction
  7. Impermanence
  8. Flight Without Feathers
  9. Little Wonder
  10. Animals
  11. Libertine
  12. Goliath
  13. Demi God
  14. Meteor
  15. Dying Is Absolutely Safe
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