7.0
- Band: ARCHITECTS
- Durata: 00:43:01
- Disponibile dal:
- Etichetta:
- Epitaph
- Distributore: Self
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Gira che ti rigira alla fine i britannici Architects sono tornati alla base del loro sound, quello che li ha lanciati e dati in pasto alle masse, anche se non sappiamo se sia stato quello ad averli resi più celebri. Il quartetto di Brighton, infatti, dopo aver dato alle stampe due album che nel loro genere furono ritenuti dai fan due piccoli gioiellini: “Ruin” e “Hollow Crown” avevano provato la strada della sperimentazione. Con “The Here And Now”, poi, i Nostri avevano provato a virare verso lidi più melodici dando vita ad un disco criticato in quanto ritenuto troppo “paraculo” e radio friendly, specie dai fan della prima ora. Con “Daybreaker” gli Architects hanno tentato di aggiustare il tiro mescolando un po’ le carte, ritornando parzialmente sui propri passi, ma allo stesso tempo mantenendo una massiccia dose di melodia ad addolcire il loro sound. A due anni di distanza dall’ultimo loro capitolo discografico ecco arrivare “Lost Forever // Lost Toghether”, che, a parere di chi scrive, è il disco migliore, e forse anche più onesto, da un po’ di anni a questa parte. Il segreto di questo piacevole successo crediamo che sia proprio nel ritorno a quel tipo di sound genuino e graffiante, dalle tinte vagamente progressive, con affascinanti momenti di calma oscura e crepuscolare, ricco sì di melodia ma non stucchevole o eccessivamente scontata e con quei rallentamenti mosh che, nel loro caso, difficilmente risultano fuori luogo, anzi. “Lost Forever // Lost Together” per certi aspetti gioca sul sicuro, sciorinando un riffing solido e quadrato, bilanciando in maniera intelligente i momenti più cadenzati con quelli più affilati, andando poi a rispolverare e porre in rilievo quelle influenze screamo e post hardcore che donano al suono degli Architects un’aura malinconica, oscura e introspettiva. Il tutto, gestito con l’esperienza di anni e album in più sulle spalle, ottenendo un risultato decisamente positivo, complessivamente accattivante che, pur non aggiungendo nulla di nuovo, farà la gioia dell’ormai nutrita schiera di fan di Sam Carter e soci.