7.0
- Band: ARCTIC VOID
- Durata: 00:41:05
- Disponibile dal: 05/02/2016
- Etichetta:
- Power Prog
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Quanti sono i gradi di separazione tra gli Amaranthe e i Within Temptation? Non molti probabilmente, e da oggi ancora meno grazie agli Arctic Void. La formazione svedese, nonostante provenga dalla città madre del melodic-death e sia sotto contratto con un’etichettà chiamata Power Prog, ci propone infatti un modern metal zuccherino stilisticamente vicino alla band dei tre cantanti, ma sostituendo la componente più tamarra con arrangiamenti ‘classici’ vicini al symphonic-gothic dei Paesi Bassi, grazie anche alla presenza dietro al microfono del doppio cantante uomo-donna . Il rischio in questi casi è quello di omogenizzare troppo la proposta o di scadere nei cliche, ma la timbrica pulita di Olaf e l’utilizzo più moderato della sua controparte femminile permettono ad “Entangled” di sfuggire all’effetto cliche, mescolando con efficacia testosterone (soprattutto nel riffing delle due asce) e feromnone (grazie alle linee vocali e alle omnipresenti tastiere). Se al primo ascoltano spiccano nella tracklist i pezzi più danzerecci (“On The Padded Wall”, “Who I Am”, “Obsession”, “Ghosts Are Coming”), dopo qualche passaggio nel lettore si apprezzano anche le sfumature più marziali di “Labyrinth” (un pezzo che non avrebbe sfigurato nel songbook dei Deathstars) o la perfette armonizzazioni della conclusiva “Blackwood”. Probabilmente non vinceranno il premio Oscar per la miglior sceneggiatura originale, ma gli Arctic Void conquistano comunque una nomination come ‘best bewcomer’ nel genere di appartenenza: per gli amanti delle band sopra citate, un nome da tenere d’occhio.