6.5
- Band: ARDOURS
- Durata: 00:47:27
- Disponibile dal: 08/07/2022
- Etichetta:
- Frontiers
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Gli Ardours sono un progetto nato dalla collaborazione tra Mariangela Demurtas, cantante dei Tristania (band dal futuro parecchio incerto e ormai in standby da lungo tempo) con il polistrumentista Kris Laurent. Con l’album di debutto, “Last Place On Earth”, pubblicato nel 2019, il duo, coadiuvato da Tarald Lie (batterista nell’ultima line-up dei Tristania), si era presentato davvero bene, proponendo un disco fresco e accattivante. Arriva adesso il suo successore, intitolato “Anatomy Of A Moment”, ma si notano subito alcune differenze stilistiche. Vengono infatti meno gli elementi metal e neogothic che avevano rappresentato alcuni dei principali punti di forza nello stile del primo album. Nei brani del nuovo disco, manca molto di quell”ardore’, di quegli slanci che rendevano le canzoni molto coinvolgenti, in grado di conquistare sin da subito, tanto che, ancora oggi, a distanza di anni, ci capita di riascoltarle volentieri. In questo lavoro assumono un ruolo ancora più preponderante synth e tastiere, con influenze della dark wave ottantiana, ma ancor più di certo pop rock degli anni ’90 (soprattutto con voce femminile) e persino della chillout e dell’ambient music. Nel cantato, poi, la vocalist di origine sarda propone un approccio spesso parecchio nostalgico, che non è paragonabile a quel mood vagamente malinconico che rendeva così affascinanti i brani di “Last Place On Earth”. Al contrario, qui ne risulta un senso quasi di tristezza, al punto che, ascoltando tracce come ad esempio “Secret Worlds” o “Cold Revenge”, si ha la sensazione che la cantante possa scoppiare in lacrime da un momento all’altro. A questo cantato così accorato e spesso lento, si contrappongono perlomeno dei ritmi alquanto vivaci e sostenuti, che conferiscono un minimo di vitalità ai brani (merito, presumiamo, del batterista Tarald Lie). Se prendiamo comunque le tracce singolarmente, si possono apprezzare alcune belle canzoni, come l’opener “Epitaph For A Spark” o “Dead Weight”, ma nell’insieme siamo davvero piuttosto distanti dal primo disco, un lavoro che trasudava emozioni e conquistava subito l’ascoltatore. In “Anatomy Of A Moment” la produzione e gli arrangiamenti sono sempre ineccepibili ma, in un certo senso, è come se i brani risultassero freddi e distanti, come se mancasse loro proprio l’anima dei primi Ardours.
L’insistenza nel paragone con il primo disco non equivale affatto, comunque, in senso assoluto, ad una bocciatura di questo nuovo album: come dicevamo, venuta meno la componente metal e neogothic, il lavoro può comunque rappresentare un gradevole ascolto per chi apprezzi un rock moderno (per quanto con tutte le influenze sopra precisate), con una presenza importante di synth e un certo mood atmosferico ma, soprattutto, con il valore aggiunto, ovviamente, della bellissima voce di Mariangela.