7.0
- Band: ARGAR
- Durata: 00:45:09
- Disponibile dal: 01/02/2005
- Etichetta:
- Solistitium
Spotify:
Apple Music non ancora disponibile
Hanno sempre dimorato negli antri più nascosti del black metal sotterraneo, hanno imparato la lezione degli Emperor sulla musica nera sinfonica e senza voler strafare hanno cominciato a creare una musica notturna e raggelante condensata in quel tesoro da troppi dimenticato che uscì qualche anno fa con il nome di “Cwm Annwm”, dopo un debut sufficiente, ma che non lasciava certo presagire un’evoluzione fino a tali livelli. Poi gli spagnoli Argar sono tornati nel loro antro e sembravano spariti per l’ennesima volta. Ci ha pensato la storica Solistitium Records, forse la miglior etichetta underground di sempre, a rilanciarli con il nuovo e convincente “Grim March To Black Eternity”, un titolo e una convinzione da parte di un gruppo che si è davvero calato nella parte in modo serio. Pochi gruppi ma buoni, è questo il biglietto da visita della scena black metal iberica e non si può certo tacere il nome di questo combo blasonato eppur ignorato da una larga fetta dell’underground per ragioni oscure o forse perché il suo passaporto ha il ‘difetto’ di essere spagnolo e non norvegese. Ad ogni modo, gli Argar anche questa volta non sbagliano il target e ci donano un cupo lavoro contorto di black metal sinfonico. Il lato tastieristico è reso meno evidente nella produzione di questa release, ma perdura ad esistere nel songwriting della band e non potrebbe essere altrimenti perché gli Argar senza tastiere perderebbero assai in fatto di resa e tutto il lato atmosferico scemerebbe ben presto. La produzione è underground come al solito, ma almeno qui il volume e suono del rullante non è devastante per i timpani come invece lo era sul lavoro precedente e questo rende più gradevole l’ascolto del CD anche se i palati fini dovranno arrendersi ad un cantato lacerante in pieno stile Burzum, estremizzato se possibile. I pezzi marciano a meraviglia e, nonostante le chitarre dal suono graffiante non brillino per qualità di riff, il muro sonoro che gli Argar sono capaci di costruire è notevole. Ammaliante il mood del CD, a tratti cosmico e notturno, ma allo stesso tempo inquietante come un atto scellerato commesso al chiaro di luna. Una delle poche realtà sinfoniche, genuine per definizione visto che gli Argar sono uno dei pochi superstiti che continuano questo genere di black metal. Bravi come sempre.