6.5
- Band: ARKAIK
- Durata: 00:42:19
- Disponibile dal: 29/09/2017
- Etichetta:
- Unique Leader
- Distributore: Audioglobe
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Sono rimasti praticamente soltanto in due a far parte dei techno deathster caloforniani Arkaik: il vocalist originario, Jared Christianson, e il chitarrista Greg Paulson, entrato in formazione nel 2014 e oggi principale compositore del gruppo. Peraltro gli Arkaik pare non amino nemmeno più definirsi come band, appunto, ma piuttosto nelle loro note di presentazione di questa ultima fatica in studio, preferiscono usare il termine ‘collettivo’; questo – ipotizziamo – perché in ogni release gravitano nel gruppo vecchi e nuovi musicisti che evidentemente aggiungono la loro interpretazione e contribuiscono a generare un’atmosfera particolare, adatta al concept che i Nostri stanno portando avanti da tre album a questa parte. Concept fantascientifico e futuristico che ruota attorno a un personaggio di nome Cytrix che vive in una società distopica fatta di antichi misteri, stargate dimensionali e altre faccende complicatissime in cui, francamente, capirci qualcosa è abbastanza arduo. Parlando di musica, diciamo che questa viaggia di pari passo con le loro tematiche, in un arzigogolato connubio di riff, assoli e tempi da sincope, con l’ausilio di orchestrazioni classicheggianti che il più delle volte introducono o troncano il magma sonoro strumentale. Detto della perizia tecnica come sempre inattaccabile, e di un trasporto emotivo ridotto ai minimi termini, diciamo che mai come oggi gli Arkaik ci sono sembrati degli ottimi esecutori di stranezze scaraventate in un disco a mo’ di valanga di suono, non si sa bene se per autocompiacimento o per la voglia di stupire l’ascoltatore, oppure per un insieme delle due cose. Eccezion fatta per “Order Of Hierogon”, il brano più lungo e articolato del lotto, con i suoi oltre nove minuti di durata, dove emerge un minimo di umanità, qualche assolo melodico e un uso contestualizzato delle parti orchestrali, per quanto riguarda il resto dei brani chi scrive non è riuscito a sciogliere il bandolo della matassa nei numerosi intrecci sonori. Pertanto, se mettiamo per un momento da parte gli aspetti formali della solita produzione perfetta e della già citata tecnica mostruosa, non ci verrebbe da annoverare “Nemethia” tra le migliori release di questo 2017, e forse anche l’episodio meno ispirato della discografia degli Arkaik. Per contro, se li seguite da inizio carriera e ne avete sempre apprezzato l’operato o siete assetati di questo genere di sonorità, assolutamente fatevi avanti perché un ascolto lo meritano.
