ARKAN – Sofia

Pubblicato il 10/06/2014 da
voto
7.5
  • Band: ARKAN
  • Durata: 00:49:53
  • Disponibile dal: 23/05/2014
  • Etichetta:
  • Season Of Mist
  • Distributore: Audioglobe

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Dopo due tentativi ben assestati ma non andati completamente a segno, si voglia per carenze d’ispirazione e ostico songwriting, si voglia per ingombranti e fin troppo scontati paragoni (Orphaned Land), per i franco-maghrebini Arkan giunge finalmente l’attesa ora del relativo riscatto, il tempo in cui quasi tutti gli elementi che definiscono la loro proposta si presentano al fruitore in modo organico, fluido, onesto e, molto semplicemente, scevro da critiche negative. Poi, chiaro, come al solito il metal orientale del quintetto parigino può piacere o meno, ma è quantomeno oggettivo segnalare il terzo lavoro “Sofia” come il migliore composto finora dal combo in questione. “Hilal” prima e “Salam” poi – notare come gli Arkan, compreso il monicker, viaggino costantemente nella memoria dei loro ascoltatori solo con parole a cinque lettere – non erano riusciti a convogliare così bene, come invece fa “Sofia”, il connubio, tanto originale quanto difficile da rendere originale, se ci viene passata questa apparente contraddizione, di death metal melodico e atmosferico e influenze delle terre del Nord Africa, in particolare Marocco e Algeria. Rispetto al passato, però, l’approccio alla composizione è stato purtroppo diverso, a quanto ci viene segnalato dalla biografia della Season Of Mist: una precoce, giovane perdita familiare ha infatti colpito uno dei membri degli Arkan – non ci viene rivelato chi, ma si presume possa essere uno dei principali compositori del gruppo – facendogli sgorgare dalla penna compositiva materiale decisamente più emozionale, sentito e malinconico che in passato, materiale che si sposa perfettamente con la soave voce della fin qui brava, ma anche anonima, Sarah Layssac, ertasi invece, in “Sofia”, a voce principe e protagonista della formazione, relegando il growler Florent Jannier a semplice comparsa (growl presente, difatti, in solo tre brani dei dodici della tracklist). Lo strabordare delle female vocals, quindi, rende decisamente più accessibile la musica degli Arkan ma, pur seguendone in un certo senso l’ammorbidimento stilistico, la band si allontana dal suo principale termine di paragone, gli Orphaned Land, sotto il profilo dell’impatto umorale, in “Sofia” decadente, mesto e riflessivo, a differenza dei cugini israeliani, che diventano man mano sempre più positivi e solari. L’album si apre con “Hayati”, una sorta di “Sapari” in versione rallentata e meno coinvolgente, ma che già ci rende complici di un appeal aggiunto e di un’orecchiabilità vincente in quanto suadente e subdola, non immediata. Ed infatti “Sofia”, grazie ai suoi curatissimi arrangiamenti di strumenti tipici quali l’oud, la mandola, svariate percussioni, il sitar e ad un comparto effettistico buono e azzeccato, cresce in modo esponenziale ascolto dopo ascolto, tra una cantilena della Layssac e un incedere groovy e pesante accompagnato da chitarre acustiche ben presenti, fino a giungere alla sfaccettata suite finale, la title-track divisa in quattro segmenti di diversa natura. Se proprio dobbiamo cercare un pelo nell’uovo, per gusto personale potremmo dire che avremmo gradito più growl, davvero molto limitato in quest’occasione; “Wingless Angels” e “March Of Sorrow”, dove Jannier ruggisce, non per niente sono le nostre tracce preferite. In definitiva, fa piacere vedere premiati gli sforzi di una formazione di cui si hanno poche notizie e che si vede pochissimo in giro, ma che continua a sopravvivere discretamente bene – su Season Of Mist, poi! – e che qualche vostro ascolto se lo merita sicuramente!

TRACKLIST

  1. Hayati
  2. My Reverence
  3. March Of Sorrow
  4. Leaving Us
  5. Soiled Dreams
  6. Deafening Silence
  7. Endless Way
  8. Wingless Angels
  9. Sofia – Asleep Beauty
  10. Sofia – Scar Of Sadness
  11. Sofia – Cold Night’s Dream
  12. Sofia – Dark Epilogue
1 commento
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