ARKONA – Khram

Pubblicato il 13/02/2018 da
voto
8.0
  • Band: ARKONA
  • Durata: 01:14:05
  • Disponibile dal: 19/01/18
  • Etichetta:
  • Napalm Records
  • Distributore: Audioglobe

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La prolifica band russa torna sul mercato con un nuovo disco, che appare da subito piuttosto diverso dai suoi immediati predecessori. La intro “Mantra” ci introduce infatti in una dimensione oscura, complice una litania sinistra e dalla ripetitività sciamanica, come promette il titolo. Proseguendo nell’ascolto ed inoltrandoci nel cuore dell’album ci accorgiamo facilmente di come questo sia l’effettivo mood generale, ben diverso quindi dall’allegria folk che aveva in buona misura caratterizzato in particolare le ultime produzioni della band. Si tratta di un cambiamento di approccio che se quindi si ricollega parzialmente al passato, ci mostra anche però un lato rimasto effettivamente poco esplorato della formazione capitanata dalla formidabile Masha. Il trittico di apertura è ottimo: “Shtorm” mostra una violenza quasi insolita per la band moscovita, mentre la lunga suite “Tseluya Zhizn” riassume benissimo il nuovo corso degli Arkona, unendo ai tipici cori melodici un tappeto musicale particolarmente cupo e solenne. Anche il particolarissimo mix di growl e ‘quasi’ scream della cantante appare più aggressivo che in passato. Non mancano gli elementi folk, che acquistano però un ruolo differente e forse leggermente meno preminente. “Rebionok Bez Imenik” è uno dei pezzi migliori, nel quale un songwriting ineccepibile è arricchito di una forte emozionalità straziante come possono esserlo alcune cose dei Primordial (benché per molti versi le due band viaggino su binari stilistici ben diversi). Nella seconda metà del disco non si notano cali di tensione, bensì una piacevole omogeneità di stile all’interno della quale si snodano tantissime sfumature e particolari diversi. Quest’ultimo punto è in un certo senso croce e delizia del lavoro, nel senso che “Khram” risulta di fruizione non immediata. Sono necessari molti ascolti per penetrare tra le sue trame oscure e avere effettiva familiarità con canzoni dalla struttura complessa, mai in cerca del coro da sing along. Nonostante questo ci sono molte melodie vincenti ed in grado di farsi ricordare (seppur non subito), e a questo proposito citiamo “V Pogonie Za Beloj Ten’yu”. Facendo un discorso più generale possiamo certamente affermare che il grandissimo merito degli Arkona è stato quello di far avvicinare il pubblico occidentale a sonorità che gli erano poco familiari, presentandosi (almeno nei primi anni) come alfieri ‘duri e puri’ della propria cultura, senza per questo sfociare in territori politicamente ambigui o pericolosi (vedi Temnozor e Nokturnal Mortum). Il loro modo di intendere la musica è stato per anni genuinamente differente, caratteristica che si era andata via via sublimando man mano che il successo internazionale cresceva. E così i Nostri si sono forse lasciati attrarre da sonorità più festaiole ed ‘internazionali’, perdendo in originalità ma guadagnando certamente in consensi. Il grande merito di “Khram” è proprio quello di aver preso le distanze da questo modo di intendere il folk metal, anche se forse si può obiettare sulle influenze, che appaiono in molti punti squisitamente scandinave (impossibile non pensare ai Wardruna ed al loro approccio antico e fortemente tradizionale alle composizioni). Per quanto ci riguarda si tratta di caratteristiche nel complesso più che positive, che vanno a comporre un ottimo album: profondo, mistico e cupo, difficile ma prezioso.

TRACKLIST

  1. Mantra (Intro)
  2. Shtorm
  3. Tseluya zhizn'
  4. Rebionok bez imeni
  5. Khram
  6. V pogonie za beloj ten'yu
  7. V ladonyah bogov
  8. Volchitsa (ВеданЪ КолодЪ cover)
  9. Mantra (Outro)
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