7.0
- Band: ARKTIKA
- Durata: 00:38:57
- Disponibile dal: 06/08/2012
- Etichetta:
- Narshardaa Records
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La scena hardcore/”post” hardcore tedesca è vasta e dai confini non ben delineati. Soprattutto il circuito underground da qualche anno appare ricco di valore e intraprendenza, come del resto dimostrano gli ottimi risultati raggiunti da band come Alpinist, Planks o Downfall Of Gaia, le quali sono persino riuscite a intascare contratti con grosse etichette e a raggiungere almeno un po’ di visibilità anche a livello internazionale. In questo solco si inseriscono gli Arktika di Colonia, realtà che giunge con questo “Symmetry” al traguardo del terzo lavoro sulla lunga distanza della carriera. I Nostri, nonostante non risparmino elettricità e voci urlate, sono ben più melodici dei colleghi citati poc’anzi e provengono da un background più DIY screamo o “post” rock che prettamente hardcore. In particolare, buona parte del materiale del disco pare rimandare a quella nuova scena di gruppi statunitensi guidata da Pianos Become The Teeth o Touchè Amorè, ovvero una rilettura di Thursday, Envy e Fugazi ora in chiave più concisa e catchy, ora più dilatata (dove appunto emergono le influenze “post” rock). Il disco possiede una carica emotiva molto intensa, soprattutto nella prima parte, e ha come principale punto di forza una notevole ispirazione a livello melodico/chitarristico. Buona parte del guitar-work si affida a classiche “smandolinate” DIY screamo o a crescendo arpeggiati, sui quali il frontman Marc tesse linee vocali letteralmente sature di malinconia. Specialmente “Broken Flowers” ci mette pochissimo a configurarsi come canzone più nostalgica e “da lacrime” ascoltata quest’anno: testo tristissimo e soluzioni strumentali a dir poco viscerali. Peccato che il resto della tracklist non si assesti esattamente su tali livelli, anche se va riconosciuto agli Arktika di mettere a segno altri due ottimi colpi con l’opener “A Praise For Ghosts” e con la più concisa semi-strumentale “The Living Receiver”, che presenta pure interventi di tastiere e ricorda vagamente certi spunti degli Hopesfall di “The Satellite Years”. In sintesi, tra le uscite più oneste e interessanti udite in questo campo negli ultimi tempi, senz’altro ci tocca annoverare “Symmetry” degli Arktika, disco dalla grana fine, misurato e spesso vicino a livelli qualitativi ottimi. Gruppo che seguiremo.